Le buche in strada si moltiplicano? I cittadini scendono in strada per coprirle

Non sempre “metterci una pezza” è sinonimo di scarso impegno o negligenza

A volte è l’unico modo per supplire alla latitanza di chi è ufficialmente preposto a occuparsi della questione. A Roma c’è un’associazione di volontari, animata da un’eterogenea platea di cittadini, che interviene sul manto stradale dissestato, rattoppando le buche per evitare incidenti. Il nome, illuminante ed inequivocabile, è Tap pami.

Il fine settimana? On the road, per garantire la sicurezza

Tappami-RomaI volontari dell’associazione entrano in azione il sabato e la domenica, talvolta anche in orario notturno, a seguito delle segnalazioni effettuate da privati cittadini e vigili urbani.

Gli interventi traggono spesso origine dalla pagina Facebook di Tappami, dove confluiscono numerose email inerenti le zone da risanare.

 

Quale “ricetta” per le dissestate strade di Roma?

Tappami-RomaI volontari utilizzano l’asfalto a freddo, che collocano direttamente sulla buca. Non appena un’auto attraversa il punto che è stato “rattoppato”, la voragine viene colmata e appianata. Il materiale è fornito gratuitamente all’associazione.

Il bilancio dei primi anni di vita di Tappami è decisamente eloquente; dal 2015 al 2018, infatti, sono state riempite circa 5.000 buche a costo zero per l’amministrazione comunale.

 

L’associazione non vuole sostituirsi agli organismi istituzionalmente preposti per gestire la sicurezza delle strade. Il suo intento è, piuttosto, offrire un supporto concreto ad attività per cui non sono disponibili fondi, collaborando con altre associazioni di volontariato civico. In quest’ottica si auspica la costituzione di un albo ad hoc.

Ci si augura, quindi, che il Comune di Roma riconosca l’impegno profuso dall’organizzazione e intraprenda con questa un dialogo. Premiare gli esempi di cittadinanza attiva è infatti spesso il primo passo per innescare un “effetto domino” capace di tradursi in efficace passaparola.

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

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