La tecnologia nell'agricoltura? Ecco Sfera, startup italiana!

Vivere green con la tecnologia

sfera coltivazione idroponicaLa tecnologia può migliorare la nostra vita se utilizzata per scopi importanti come la produzione di alimenti primari. 

Lo dimostra la startup “Sfera” che ha ideato e realizzato un sistema  per utilizzare terra, acqua ed energia per migliorare la qualità e la sicurezza dei prodotti, ma anche delle condizioni di lavoro del personale.

 

Cos’è Sfera

Si tratta di una serra ipertecnologica in grado di produrre di più e meglio perché evita residui nocivi nei prodotti agricoli. 

Questa serra, infatti, produce 15 volte di più di una serra tradizionale e consuma solo il 10% di acqua che normalmente viene utilizzata per la coltivazione di un campo all’aperto. 

Dunque si tratta di un sistema che consente la produzione di ortaggi all’insegna della sostenibilità ambientale.  La tecnica alla base è quella della coltivazione idroponica. Grazie all’irrigazione a goccia, infatti, riduce del 90% il consumo dell’acqua. 

La startup

Luigi Galimberti SFERALa startup è nata in Maremma da un’idea di Luigi Galimberti, 45 anni,imprenditore edile. 

Galimberti ha una spiccata tendenza all’innovazione e si pone come obiettivo di innovare il modello di business del settore agricolo rendendo più competitivi il processo di produzione ed il prodotto agricolo finale. 

Come ha fatto? Semplicemente guardando oltre ed osando dove nessuno aveva mai pensato di cambiare le cose.

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Come va l'idea green?

Ha già raccolto 19 milioni di euro! Il progetto permette di coltivare ortaggi senza residui, con meno acqua e che produce 15 volte di più di una serra tradizionale.

Il prototipo, che ha già dato lavoro ad oltre 100 persone, nascerà a Gavorrano vicino Grosseto, ma a sperimentazione avvenuta, si diffonderà in tutto il mondo.

La serra che cambierà il mondo agricolo è in corso di ultimazione.

Il risultato sarà una maxiserra coltivata con una tecnica (quella idroponica) che consentirà un risparmio di spazio, un taglio dell’acqua grazie al recupero di quella piovana e meno malattie in virtù dell’impiego di insetti antagonisti per combattere gli eventuali parassiti e migliore qualità dei prodotti. 

Dunque niente pesticidi e fertilizzanti e il risultato sarà quello di avere pomodori ed insalate più che biologiche.

Simona
blogger ecostostenibile

 

 

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