La notte è piccola? Non per loro…

Chi l’ha detto che divertimento e vita notturna siano sinonimi di distruzione psicofisica fine a se stessa? Due ragazzi under 30 di Monza Brianza, Edoardo Mulfari e il suo amico Reda, hanno dimostrato il contrario. Questa è la storia de La Noche, specializzata nell’organizzazione di eventi e serate a tema. Partito come un esperimento, nei suoi primi tre (gloriosi) anni di vita ha dimostrato che prendere il divertimento sul serio è possibile, ben oltre l’immediato gioco di parole.
 
«Era marzo del 2012. Io e Reda frequentavamo un locale che si chiama Stregatto. Il proprietario ci sfidò a organizzare qualcosa di nuovo e sorprendente. Da qui l’idea di una serata a tema messicana, che i presenti apprezzarono parecchio. La Noche deve il suo nome proprio a questo primo evento che ci ha fatto scoprire una passione davvero forte». A parlare è Edoardo, e il suo racconto trasmette un mix di entusiasmo e concretezza tangibile, quasi a livello epidermico.
 
Sin da subito Edoardo e Reda capiscono che puntare sulla grafica e sulle storie da raccontare, la loro e quelle di molte altre persone del “popolo della notte”, può essere la strategia vincente. «Così, io ho iniziato a curare il blog, grazie ai consigli e le dritte di mio fratello Diego, che già aveva dimestichezza con Wordpress».
 
Molti i punti di forza delle serate de La Noche: chi partecipa paga solo il drink, e ha l’occasione di socializzare in un contesto a metà tra la discoteca e il pub. 
«L’aspetto interessante è che siamo riusciti a inserirci in uno spazio lasciato vuoto dalla concorrenza. Infatti, nel nostro settore non sono in molti a investire sulla comunicazione digitale. In un certo senso, abbiamo innovato. Abbiamo colto il cambiamento dei tempi, anche perché nel 2012 il settore era in calo e, passo dopo passo, abbiamo ‘sgretolato’ il campanilismo che caratterizza i paesi della zona tra Monza e Brianza. Siamo partiti in due … e siamo diventati 2005!». 
Oltre a Edoardo Mulfari e Reda, il nucleo stabile de La Noche  è composto da Giulia, che si occupa dell’abbigliamento dello staff e del profilo Instagram. A loro si aggiungono, di volta in volta, vari collaboratori esterni. Quotidianamente infatti, loro vengono contatti da ragazzi che vogliono iniziare a farsi conoscere proponendo selezioni musicali. Il target è compreso tra 20 e 30 anni.
 
«Il nostro scopo è creare e rafforzare un brand, non puntare semplicemente sulle  pubbliche relazioni. Questo perché un marchio si evolve, a differenza delle persone che, per ovvi motivi, hanno una “naturale” scadenza».
E ora qual è il prossimo traguardo di Edoardo e i suoi? «Fra poco discuterò la mia tesi in Marketing e Organizzazione degli Eventi. A quel punto con gli altri decideremo il da farsi, perché la creatività è fondamentale, e i risultati ottenuti finora lo hanno dimostrato, ma gli investimenti sono le ‘gambe’ su cui le idee camminano. E finora siamo riusciti ad andare avanti principalmente grazie ai proventi che siamo riusciti a generare. L’unico ‘aiuto esterno’ è stato quello di due sponsor».
 
In un Paese come il nostro che lamenta “un’emorragia” di talenti e giovani energie, progetti come questo andrebbero sostenuti e incoraggiati. L’intraprendenza e l’inventiva sono un valore aggiunto e una specie “in via di estinzione”. Perciò se qualche investitore e/o business angel ha letto l’intervista è avvisato! Li conviene puntare su questi ragazzi.
 
 

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