La classe operaia va su Facebook, i miliardari su Netropolitan

Che noia i poveri.

Con loro non si può parlare di cene con caviale, domeniche al circolo del tennis e degustazione di vini costosi. Nel web 2.0 c’è un social per qualsiasi categoria. Non sia mai che anche gli straricchi non abbiano il loro.

Si chiama Netropolitan Club ed è la piattaforma per chi sul conto è abituato a vedere nove zeri e non ha tempo per cose futili come cercare l’amore tra la vile plebe. La quota di iscrizione è già un criterio di scrematura. Novemila dollari (6000 euro)  per creare il  profilo e diventare amico di altri utenti. Una cifra abbastanza alta da scoraggiare la classe media ma non così tanto da intimidire gli interessati. Altri tremila vanno invece sborsati come quota annuale.

Al diavolo i moralismi di chi pensa che quei soldi andrebbero spesi per cause più nobili. Qui i riccastri possono postare foto di vacanze alle Seychelles e case da sogno senza suscitare critiche e reazioni stizzite. E c’è una garanzia in più: il social non è indicizzato dai motori di ricerca e le comunicazioni via browser o app vengono automaticamente criptate. Zero pubblicità, peraltro.

La "geniale" idea è di James Touchi Peters,  ex direttore dell’orchestra filarmonica del  Minnesota. «La reazione ha superato le nostre aspettative. Il nostro modello di business è relativamente unico, quindi sapevamo che avremmo attirato l'attenzione, ma non ci aspettavamo di certo una cosa del genere ».

L’età minima di partecipazione è ventun’anni, dal momento che parlare d’alcol o pornografia con un diciottenne in America sarebbe sconveniente. Una volta iscritti, non è possibile ottenere un rimborso. Se non si è soddisfatti del servizio, trascorso l’anno di prova si può bloccare o non rinnovare, ma il profilo rimane nel database a vita. Anche se disgraziatamente il "ricco" dovesse convertirsi in "povero".

Netropolitan Club fa coppia con piattaforme di luxury matchmaking, ovvero app di dating che accoppiano esclusivamente principesse con scapoli d’oro. Quella fascia di popolazione che non ha tempo per una cena fuori o conoscere a fondo una persona. Quindi paga profumatamente qualcun altro per selezionare i candidati/ le candidate.

Si sono evoluti i mezzi e si è dato un nome più carino alle cose. Ma il Netropolitan Club non è altro che la versione web dei castelli di cristallo. E i "poveri" a regalare traffico a Facebook e Tinder.  

 

di IRENE CALTABIANO

 

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