L’alchimia del Natale. Quando la Natività ci ricorda che siamo figli delle stelle

‘I magi seguirono una stella e da allora questa è la notte più bella’

Caro ‘astro del ciel’ che ‘scendi dalle stelle’, ma cosa succede veramente a Natale? Per capire cerchiamo tra gli elementi tradizionali che abbiamo a disposizione: c’è una stella cadente, in una notte scura, una grotta e un sole bianco splendente. Fin qui tutto bene. Adesso lanciamo qualche numero, in fondo è periodo di tombola

Ecco… il venticinque che rappresenta il serpente (simbolo biblico della conoscenza) e coincide con il giorno della ‘nascita’ del Sole. Da ora le giornate si allungheranno e ci sarà più luce. E mentre i pagani celebravano nella Natività il Sole, è con S. Agostino che i cristiani attribuiscono a questa solenne giornata, la nascita di Colui che il Sole l’ha creato!

Fortissima questa cosa! Allora questo ‘Colui’, o ‘Colei’ che dir si voglia, può essere ognuno di noi perché ‘creatore’ della sua vita giorno per giorno, nonostante tutto. E chissà che il vero ‘miracolo’ non stia proprio in questo.

Gli elementi della Natività sono particolarmente alchemici

Nella sua ‘messa’ in scena può esserci il’dare vita’, in una ‘notte silente’ (ogni creazione ne ha bisogno) a se stessi dopo un lungo e faticoso anno di ‘gestazione’. Non si tratta solo di essere più buoni, aiutare il prossimo o fare l’elemosina al povero, tutte espressioni della ‘banalità del bene’, quanto di comprendere che in questa notte Cielo e Terra comunicano.

Lo sforzo di nascere

Quello che ho portato in ‘gestazione’ con me, un progetto di lavoro, un nuovo amore, può ‘venire alla luce’, nascere e prendere corpo. Non senza fatica ma con l’attesa del tempo necessario (Avvento). C’è solo da augurarsi che la gravidanza non s’interrompa prematuramente. Dare e venire alla vita richiede sacrificio. Pensiamoci un momento. Maria (la Vergine) aveva un compito da portare a termine e, con tutte le difficoltà, non ha abortito. Capito?

Dalla grotta di Betlemme al ‘mito della caverna’. Ha ragione Platone o Gesù?

Si ‘rinasce’ in una grotta che è un qualsiasi tipo di ‘vuoto sotterraneo’ naturale che deriva da una ‘corrosione’ (scioglimento o dissoluzione) di rocce solubili. Giorno per giorno una goccia scava in noi fino  a ‘ri-solvere’ le complessità psichiche, a renderci più semplici e pronti per nascere. La grotta è il nostro archivio, non solo geologico, mentale ed emotivo che testimonia del lavorio che il tempo ha maturato in noi.

Amiche Stelle e fratello Sole

La caverna si associa all’Inconscio (antro della psiche) come luogo di rifugio e riflessione. In quella del mito platonico gli uomini vivono incatenati, come prigionieri, nel buio della loro ignoranza del mondo sensibile. Anche qui sono presenti figure di animali, seppure come ombre. Tutto è gravido. Ogni anno, in questo tempo, accendiamo dall’interno, un fuoco ‘redentore’ a ricordarci che il nostro destino proviene dalle stelle, ma è nel mondo reale, fuori dalla grotta (ignoranza e credenza), che si compie alla luce del Bianco Sole (Bianco Natale). Una volta adattati a sostenere questa luce, sarebbe difficile tornare nell’oscurità della caverna. Allora perché ci rientriamo puntualmente?

Una ‘scura notte’ alchemica

Tra Liturgia e Alchimia questa ‘santa notte scura’ di rinascita, prevede quattro ‘messe’ rituali che si possono associare alle quattro fasi di un processo alchemico. Le alchemiche prendono il nome dai quattro colori fondamentali della pittura greca: il nero, il bianco, il giallo e il rosso. Ognuna costituisce una tappa della trasformazione psicologica nel processo di crescita interiore. Le più interessanti sono tre:

  1. Nigredo/Nero = Ad Noctem (messa di mezzanotte). Corrisponde al Nero Esistenziale, all’inverno e alla gestazione. È l’archetipo dell’Ombra (ricordiamoci le ombre nella caverna), ossia tutti gli aspetti che l’individuo non conosce di sé.
  2. Albedo/Bianco = In Aurora. È la trasformazione e la rinascita. L’incontro con la propria Anima/Animus, ovvero gli elementi mentali e psichici di ognuno. Il bianco è sia la luce del giorno sia quella della realtà spirituale.
  3. Citrinitas/Giallo = In Die (messa nel giorno). È la guarigione e il consolidamento. Il rasserenamento e il nuovo equilibrio. Qui il calore e il potere germinativo del Sole fruttificano con la sua luce la realtà pratica.

Allora è giusto, dopo avere superate queste fasi, celebrare e rallegrarsi insieme. Ricevere visite e regali per l’impegno messo nella nostra personale ‘opera’ di trasformazione, crescita e rinascita. Vista così, la Natività diventa l’augurio di un percorso, una liturgia e un’alchimia che santificano l’esistenza di tutti i giorni.

Un’esistenza che ci trova riuniti, per una volta l’anno, intorno all’albero della Vita…quella costruita e condivisa insieme.

di Laura Pugliese

 

 

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