Il Dark Web, questo sconosciuto

Forse non tutti sanno che…

Internet non è solo YouTube, Facebook, Google, Amazon, Wikipedia e tutta quella miriade di siti o portali che siamo abituati a frequentare quotidianamente. Esiste anche il Web sommerso, alias Deep Web, che si compone di tutte le risorse informative del World Wide Web non indicizzate dai comuni motori di ricerca.

Quel che fa sorridere è che questo mondo sconosciuto supera di gran lunga, per dimensioni, la rete Internet come ce la immaginavamo noi. Dei cinquecentocinquanta miliardi di documenti presenti in rete, infatti, Google ne indicizza appena due (circa lo 0,36%).

 

Ciononostante, chiunque di noi visita il Deep Web molto più spesso di quanto immaginiamo. Ad esempio accedendo al proprio profilo Facebook, controllando la posta elettronica, il conto corrente online o entrando nella Intranet aziendale. Il fatto che questi sistemi siano protetti da username e password li rende inaccessibili ai motori di ricerca.

Tuttavia esiste un sottoinsieme del Deep Web, chiamato Dark Web, che per altre ragioni risulta anch’esso invisibile a Google & Co..

Il lato oscuro della rete.

Ingaggiare killer o ladri professionisti, soldati mercenari, spacciare droga, vendere armi o scambiare file contenenti materiale pedopornografico: queste sono solo alcune attività criminali o, nella migliore delle ipotesi semplicemente illegali, che avvengono in questo spazio. Un luogo paragonabile ai bassifondi di una città e per certi versi  assimilabile al vecchio mercato nero.

Va però detto che il Dark Web non è frequentato solo da delinquenti ma anche da persone che vivono in paesi soggetti a dittatura e si battono per il riconoscimento dei diritti civili. Molto importante, in questo senso, il ruolo che tale rete svolge per comunicare col mondo esterno e denunciare abusi e violenze.

Il lato oscuro della rete è irraggiungibile attraverso una normale connessione Internet senza far uso di software particolari, poiché giacente su reti sovrapposte chiamate genericamente Darknet. Le più comuni, tra quest’ultime, si chiamano TOR, I2P e Freenet.

La navigazione è teoricamente anonima, mentre le comunicazioni sono crittografate e prima di giungere a destinazione rimbalzano tra diversi sistemi così da impedirne la tracciatura. Ciò spiega perché i criminali prediligano questo ambiente per i loro traffici.

Il grado di riservatezza delle comunicazioni dipende comunque dalle abitudini dell’utente che, qualora non fosse particolarmente esperto, potrebbe incappare in alcuni errori che svelerebbero la sua identità. Un banale esempio è quello di webcam e microfono del pc: non basta assicurarsi che siano spenti, poiché un hacker scaltro è in grado di accenderli da remoto all’insaputa dell’utente.

Il paradosso.

Gli esperti garantiscono che nel Dark Web accadano cose davvero inimmaginabili che spesso hanno ispirato autori e registi di Hollywood. Nel film Il Santo ad esempio il protagonista Val Kilmer, era un ladro professionista che usava le darknet per procacciarsi il lavoro, soddisfacendo le richieste più bizzarre e pericolose.

Negli ultimi anni le forze dell’ordine di molti paesi hanno sviluppato strumenti (sostanzialmente dei virus informatici) e tecniche d’infiltrazione per scovare i delinquenti che portano avanti i traffici in questa sorta di inferno dantesco virtuale.

Il fatto curioso è che i governi stessi si servono delle darknet per movimenti “poco chiari” e attività di spionaggio. Del resto il sistema TOR (The Onion Ring) è stato inventato nei laboratori della Marina Militare degli Stati Uniti proprio per preservare le comunicazioni della CIA.

Un progetto inizialmente top secret e a stretto uso militare, messo a punto per proteggere i buoni dai cattivi, è stato reso un sistema aperto per semplificare il lavoro a migliaia di criminali e terroristi sparsi in tutto il mondo. E adesso, paradossalmente, ci si scervella per elaborare tecniche in grado di stanare chi prima, se non altro, era costretto a operare alla luce del sole.

La domanda nasce allora spontanea: non sarebbe stato meglio se le darknet fossero rimaste top secret?

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

 

 

 
 
 

 

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