Il creatore di alibi: un’idea di business vincente?

Lavoriamo strano?

In un precedente articolo sui blog di cucina (se non l’hai ancora fatto, puoi leggerlo qui) si diceva che un’idea di business, per essere vincente, deve rispondere al bisogno di una nicchia di mercato. Sostanzialmente, quindi, occorre diventare la soluzione a un problema reale che un ristretto numero di persone ha esigenza di risolvere. Va da sé che più la necessità è stringente, maggiori saranno le probabilità che l’imprenditore digitale abbia successo e riesca a monetizzare. Perfino l’utente più tirchio, infatti, quando si tratta di dirimere situazioni complesse diventa largo di maniche.

Ebbene, cosa c’è di più necessario dell’avere sempre a portata di mano un alibi perfetto per esercitare spensieratamente l’arte della “cornificatio”? Tradire il proprio partner, specie nel Belpaese, è uno sport nazionale che vanta addirittura più praticanti del gioco del calcio. Dunque, poiché la domanda è assicurata, perché non presentare l’offerta? In tempo di crisi, si sa, il lavoro bisogna inventarselo.

Edizione straordinaria!

Nel giugno del 2004, il New York Times ha pubblicato un articolo sulla nascita di alcune comunità online il cui scopo è consentire ai propri membri di aiutarsi l’un l’altro nel momento in cui hanno bisogno di una copertura.

Come funziona il giochino? È presto detto: l’utente X lancia un SOS e un utente Y decide di diventare suo complice prendendo in carico la richiesta d’aiuto. A questo punto i due si scambiano informazioni al fine di inventare una storia plausibile e la mettono in scena, ingannando la vittima. Un po’ come quando una spia deve recarsi all’estero per una missione e dietro di essa si muove una macchina che, all’occorrenza, ne conferma l’identità, la storia personale e tutta una serie di dettagli creati ad hoc.

A quanto pare, a suo tempo, qualcuno ha pensato che questa potesse essere un’idea di business vincente e ha lanciato AlibiNetwork.com, un servizio a pagamento che a partire da 35$ offriva una gamma di prestazioni piuttosto ampiaLa società è rimasta operativa per due anni occupandosi non solo di questioni sentimentali ma anche professionali, fornendo alibi a dipendenti che, ad esempio, anziché lavorare volevano concedersi una giornata sul campo da golf. Il tutto, come i soci fondatori hanno tenuto a precisare, sempre rientrando nei limiti della legalità e facendo firmare al cliente un contratto in cui era prevista una clausola di limitazione di responsabilità da parte dell’azienda.

Rimanendo nell’ambito delle infedeltà coniugali, quando qualcuno desiderava fare una vacanza in compagnia dell’amante, Alibi Network forniva una copertura impeccabile inventando le prove di un improvviso viaggio d’affari, un congresso, un seminario o qualsiasi altro evento straordinario. Un sito internet appositamente creato e curato nei minimi dettagli costituiva già un’ottima base di partenza, alla quale generalmente si aggiungeva un numero telefonico fittizio per raccogliere le chiamate “pericolose”. Un operatore attivo ventiquattr’ore su ventiquattro rispondeva confermando la presenza del cliente in sede, avvertendolo poi tempestivamente dell’avvenuto controllo. Un meccanismo davvero ben congeniato, in grado di far mettere l’anima in pace perfino al più sospettoso dei partner.

Le bugie hanno le gambe corte.

Per quanto l’idea sembri geniale, viene da chiedersi per quale motivo l’azienda abbia chiuso i battenti dopo appena due anni di attività. È stato solo perché al diffondersi della notizia dell’esistenza di questo servizio molti organi d’informazione gli si sono scagliati contro definendolo assolutamente non etico? O forse quelli della Alibi Network sono incappati in qualche violazione? Del resto offrire un supporto a chi ha necessità di mentire espone inevitabilmente a dei rischi, perché non è dato sapere se il reale obiettivo del cliente sia quello di mettersi al riparo da eventuali cause di divorzio oppure dalle conseguenze di azioni ben più losche compiute durante il periodo di collaborazione.

Per contro, è lecito pensare che molti potenziali clienti non abbiano richiesto il servizio poiché scoraggiati dalla considerazione che chiunque custodisca i segreti altrui possa un giorno decidere di usarli come strumento di ricatto per estorcere denaro.

Probabilmente l’idea di proporsi come creatore di alibi è buona ma deve essere strutturata meglio, anche a livello di tutela legale, per poter diventare a tutti gli effetti un business redditizio e privo di controindicazioni. In fondo, ricorrendo a due antichi detti popolari, le bugie non strozzano e quel che non strozza ingrassa.

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

 

 

 
 
 

 

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