Generazione Erasmus 2.0

Vino rosso
Quella notte ero sul letto a guardare la TV con la mente brilla di un qualunque venerdì sera romano bagnato di vino rosso, la stessa mente brilla, ma un po’ più responsabile, di un altro venerdì qualunque del mio soggiorno Erasmus a Monaco di Baviera.
La notizia del TG mi ha colpito al petto e subito gli occhi hanno inziato a perdere gocce di sensibilità.
 
Parigi
Oltre alle famiglie delle povere vittime, il mio primo pensiero è andato alla Ville Lumière a cui tanto aspiravo, pensavo alla bellezza e alla facilità con la quale viene distrutta. Pensavo al primo incontro di una coppia seduta ad un tavolino esterno del Carillon, al pre-concerto bevereccio di un gruppo di amici che si incontrano per andare insieme a sentire gli Eagles of Death Metal e a tante altre piccole situazioni di vita quotidiana ingigantite nel mio e nostro immaginario da un fattaccio storico.
La mia generazione, la generazione Erasmus, sente un attacco terroristico come questo più di chiunque altro perché purtroppo o per fortuna siamo noi quelli che viaggiamo con i piedi e con la mente nella speranza di trovare posti migliori oltre le Alpi o oltreoceano.

 
La bruttezza
La bellezza, un termine che nella pelle di una ragazza è destinato a scomparire ma che rimane eterno nell’anima di persone e monumenti.
Cosa fare? Ogni Paese della UE come al solito dice la sua, ha la propria strategia che molto spesso entra in conflitto con gli altri Stati. Sicuramente rispondere con la violenza, la bruttezza, alla violenza non è la soluzione giusta, per questo mi sorge spontaneo citare un mio insegnante di recitazione che nella sua pagina personale di Facebook lascia con la sua amabile solita ironia da pedagogo francese questo messaggio: 
Se fossi presidente della Repubblica Francese avrei fatto un discorso alla Nazione, questo si. 
Non all’ Eliseo però, ma nella banlieu nord di Parigi. Magari al settimo piano della torre C dove vive il mio amico Amed. Amed fa lo spazzino parte time. 
 
Avrei gustato il couscous della moglie di Amed ( signora complimenti: è profumatissimo il suo couscous )e dopo avrei detto: francesi, ragazzi tutti! Abbiamo il nucleare e le bombe. Tranquilli, noi siamo apposto. La sola cosa che ci manca è il cervello: non si può aver tutto. Pazienza. 
 
Ora contro il terrorismo ci servono armi non convenzionali: campi di basket e calcetto, teatri e creatività nelle banlieu perdute. Signora a proposito di guerre riprenderei del couscous : troppo buono! La guerra non basta per vincere la guerra amici miei! Bisogna ricreare un tessuto sociale forte,multi etnico, biologico e a cento per cento pure latte di capra. Sennò le torri delle periferia potrebbero caderci sulla testa, per Toutatis (dio dei galli). Infine tagliamo subito i fondi a quei Paesi che forniscono soldi all'Isis! 
 
E incrementiamo l'amicizia e le danze arabe nelle strade di Parigi! Sirtaki e bal musette compresi, ci tengo. La domenica andremo alla moschea per salutare i nostri connazionali in santa pace e faremo pure un saltino in chiesa per dare un occhiata- caso mai Dio ci fosse. 
 
Dapertutto andremo, dove potrebbe germogliare il fanatismo. In quel dappertutto tutto, noi modestamente proveremo a portare un po di luce.” (Emmanuel Gallot Lavallée)
 
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