Foodporn, l'appetito vien scattando

Foodporn si, Foodporn no.
La valanga di immagini di piatti raffinati, virtuosismi dello chef o  ricette fatte in casa, è una pratica talmente diffusa da essere diventata routine. Un trend inarrestabile che ha costretto i ristoranti ad alzare bandiera bianca. Se infatti una volta non era consentito fare foto alle pietanze perché considerato furto di proprietà intellettuale, oggi gli scatti al cibo sono un fiume in piena, un virus che viaggia su smartphone, tablet e pc. 
 
 Gli esausti chef si sono infine arresi al contagio. Secondo la filosofia del “Se non puoi uscire dal tunnel, arredalo”, hanno cominciato a considerare le immagini come pubblicità gratis. Nonostante sia fastidioso vedere le proprie creazioni circolare sul web prive di copyright, ingoiano il rospo.  Lasciare che i clienti postino le proprie opere culinarie è il male minore rispetto alla prospettiva di perdere avventori. 
 
Alcuni cuochi invece si sono sempre  mostrati d’accordo con la bizzarra pratica. Alain Ducasse, esponente della nouvelle

cuisine, dichiara: « Se il cibo è una gioia perché non dovrebbe essere condivisa? ». Anche  i cuochi nostrani non sono del tutto contrari. Andrea Bertoni o Alessandro Negrini  credono che la fotografia sia un modo interessante di raccontare il cibo come esperienza.

Basta che non si giunga al paradosso che i filtri servano più della forchetta. 
 
 
 
Aglio, olio e peperoncino...e il nostro chef lo conoscete?
 

 
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