David Bowie, l’alieno che viveva a Berlino

Da sempre l’uomo accarezza il sogno di incontrare gli extraterrestri senza, peraltro, essere giunto a una verità “definitiva” sulla loro esistenza. Eppure, per quasi 70 anni uno di loro è vissuto tra noi. David Bowie se n’è andato il 10 gennaio scorso a causa di un cancro. Quasi certamente è tornato su Marte, dove tutto era cominciato, e da lì ha già ripreso a far musica con il “socio” Lou Reed e Freddie Mercury.
 
Si è scritto tanto – forse troppo – sulla morte del Duca Bianco, in soli tre giorni. Difficile dire qualcosa in merito senza rischiare di scivolare nell’ovvio e nel banale. D’altra parte, far passare sotto silenzio una scomparsa del genere sarebbe come rendersi colpevoli del reato di omertà. Vogliamo quindi ricordare il fondamentale artista britannico attraverso una guida ai “luoghi dell’anima” di Berlino, città che ha ricoperto un ruolo decisivo nella sua produzione, e nella sua vita. Se siete suoi fan quindi, c’è una cosa che potete fare, per garantirgli l’immortalità sulla Terra. Visitare la capitale tedesca ripercorrendone i passi. Un po’ come vogliamo provare a far noi con questo articolo.
 
David Bowie arriva a Berlino nel 1976, insieme all’amico e collega Iggy Pop. È un periodo particolarmente difficile, sul piano personale, per l’artista britannico, che si fermerà qui per circa tre anni, dando luce all’omonima trilogia di dischi (Low, Lodger e Heroes). Ad affascinarlo, gli espressionisti tedeschi, e testi come Addio a Berlino di Christopher Isherwood. Il periodo della Repubblica di Weimar rappresenta una sorta di età mitica. 
«Berlino è una città in cui è così facile perdersi ... ma anche trovarsi». Così in un’intervista del 2001. In questo periodo David Bowie riscopre il significato della parola normalità, si riappropria della sua dimensione privata, e si libera dalla dipendenza dalla cocaina. La sua casa è al civico 155 di Hauptstraße, zona Schöneberg. 
 
In Köthener Strasse 38 si trova invece Hansa Studio, dove il Duca Bianco incide le sue canzoni. Da qui passeranno anche i Depeche Mode.  Questo luogo ha un’importanza che va ben oltre il fatto di essere un posto in cui si registra. È infatti fonte d’ispirazione per la storica “Heroes”, la cui nascita è legata alla storia tra il produttore Tony Visconti e la cantante Antonia Maaß. David Bowie vede i due amanti dalla finestra, mentre passeggiano e si baciano vicino il Muro.  
 
«Noi salutiamo tutti i nostri amici che sono sull'altro lato del Muro», dirà in tedesco l’artista il 7 giugno 1987, durante un concerto nella capitale tedesca, poco distante dal Parlamento. Quelle parole, pronunciate subito prima di “Heroes” hanno un sapore assolutamente unico, per il pubblico presente, da entrambe le parti della “barricata”. 
 
Il Brücke-Museum di Bussardsteig ospita invece un folto gruppo di opere degli Espressionisti tedeschi, da cui il Duca Bianco trae spunto per la foto-copertina di “Heroes”. 
 
SO36 è un club punk che David Bowie frequenta sin dalla sua apertura e che, ancora oggi, è un punto di riferimento nella vita notturna di Kreuzberg. Altro luogo a lui molto caro, è il Cafè Neues Ufer, primo luogo di ritrovo per la comunità omosessuale di Berlino. Un aneddoto vuole che, la notte in cui ignoti distruggono una vetrina del locale, l’artista britannico si offra di restare di guardia fino all’arrivo del vetraio e che provveda a pagare di tasca propria. Nel Chez Romy Haag, gestito da una transessuale, s’immerge invece nell’atmosfera dei cabaret degli anni Trenta. In un certo senso, quindi, è come se diventasse un personaggio dell’amato libro di Christopher Isherwood. 
 
Had to get the train from Potsdamer Platz. You never knew that, that I could do that. Just walking the dead. Canta David Bowie quasi 35 anni dopo, in Where are we now?, singolo del 2013 che segue un lungo periodo di silenzio. Il brano passa in rassegna la sua Berlino, e i cambiamenti che l’hanno attraversata nel corso del tempo.
 
Un cordone ombelicale, insomma, quello che ha unito il Duca Bianco e la città, e che spiega perché sia comuni cittadini che personalità pubbliche tedesche abbiano voluto rendergli omaggio nei giorni scorsi. «Arrivederci David Bowie. Ora sei tra gli #Heroes. Grazie per aver contribuito a far cadere il muro» ha scritto su Twitter il Ministro degli Esteri. Intanto, è stata lanciata online una petizione per chiedere il cambio di nome della strada in cui lui ha vissuto. Hauptstraße diventerebbe quindi David-Bowie-Straße. 
E magari con l’occasione arriverebbero anche Ziggy Stardust and the Spiders from Mars per un concerto speciale.

 

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