Ragazze in vendita per una ricarica telefonica

"Se non mi comporto come gli altri sono out"

Un’amica ha una figlia adolescente, Giulia, che da quando ha cominciato a uscire con la sua nuova comitiva la assilla ogni settimana con richieste di soldi.

«Mamma, sabato sera andiamo in discoteca, mi dai 20 euro?»

«Ma’, ho visto un vestito fichissimo della Guess, me lo compri?»

«Dopo la scuola andiamo a fare un aperitivo tutti insieme, spendiamo 15 euro a testa».

Gli esempi potrebbero continuare. Abiti e accessori costosi, make-up da adulta, uscite sempre più frequenti: le richieste di Giulia sembrano non finire mai, e se la madre si rifiuta di assecondarle iniziano lamentele e piagnistei.

 

«Se non mi dai i soldi sono fuori dal gruppo! Non posso fare le cose che fanno gli altri, mi vesto come una sfigata e poi loro neanche mi guardano! Sono out, lo capisci? I soldi mi servono, ti prego!»

 

Prostituzione minorile e microprostituzione (guarda il video) 

Giulia, come la maggior parte dei suoi coetanei, vive con lo smartphone in mano, scattando selfie e girando video di se stessa in qualunque situazione, per poi pubblicarli su Facebook e Instagram a caccia di like e di commenti.

Nell’era dei reality show, di YouTube e dei social network, in cui ogni aspetto della vita deve essere “postato” e condiviso – perché se non sei visibile non esisti – il confine tra pubblico e privato diventa sempre più labile.

Allora anche scattare foto di se stessa e condividerle con estranei diventa normale. Come il mostrarsi in biancheria intima, o completamente nuda, in cambio di una ricarica telefonica. Perché per vivere connessi i giga non bastano mai: più soldi hai e più puoi continuare a condividere.

Le ragazze come Giulia hanno un tariffario: 10 euro per mostrare il seno, 20 per far vedere anche le gambe, 50 per mostrarsi completamente nude, e in alcuni casi decidono di incontrare l’uomo con cui chattano (solo per farsi guardare, non toccare, perché loro non sono prostitute).

Solo che dall’altra parte spesso ci sono pedofili, malintenzionati, pronti ad approfittare della situazione.

Le foto delle ragazze passano da un telefono all’altro e non è possibile controllarne il flusso: possono finire in rete o in chat per adulti, dando l’intimità delle ragazze in pasto ai commenti volgari e agli appetiti di uomini di tutte le età. O, peggio, le adolescenti possono diventare vittime di maniaci. In ogni caso, la loro vita può uscirne distrutta.

Cosa fare?

Per una madre, scoprire che la propria figlia vende il suo corpo per qualche ricarica telefonica può essere devastante.

“Dove ho sbagliato? Ha sempre avuto tutto!” è il primo pensiero che ti passa per la mente, mentre ripercorri la “normalità” della tua famiglia per capire dov’è l’errore: tu e tuo marito lavorate, a scuola va tutto bene, le sue amicizie ti sono sempre sembrate raccomandabili. Ma sei delusa e arrabbiata, proprio non capisci.

Come spiega la psicoterapeuta Maura Manca, qualunque sia il motivo del loro disagio, è importante educare i giovani sul confine tra la vita virtuale e quella reale, perché i comportamenti online possono causare profonde ripercussioni sul loro equilibrio.

In un mondo in cui tutto è lecito, la scuola e la famiglia giocano un ruolo fondamentale per insegnare ai ragazzi qual è il confine da non oltrepassare. Perché il passo dalle foto in cambio di ricariche telefoniche alla prostituzione è breve. 

 Rosa Cambara

 Blogger

 

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