Computer delle mie brame, cosa vedi nel futuro?

Eravamo rimasti a cartomanti e indovini.
 
Eppure sembra che le macchine ci supereranno anche in questo. Non più tarocchi né strane magie, ma una macchina in grado di intuire come si comporterà un nostro simile, con risultati uguali se non migliori delle “semplici” menti umane. L’ultima creazione  dei ricercatori del Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory del MIT ( Massachusetts Institute of Technology) è un Data Science Machine, sistema in grado di sviluppare modelli predittivi partendo da database grezzi, come i server di Google o Facebook. Il dispositivo smart estrae informazioni, le confronta, trae conclusioni. 
 
Normalmente la macchina è affiancata da un operatore che deve scegliere variabili ( età, sesso, preferenze) e correlazioni (abitudini, tipo di acquisti, preferenze politiche e culturali).  La tecnica utlizzata, la Deep Feauture Synthesis, renderà del tutto irrilevante la presenza umana, delineando in maniera indipendente tali indici.
 
Il dato  più inquietante è che,  durante una competizione di data science, in cui il computer ha gareggiato con 906 team di ricercatori in carne e ossa, il dispositivo è risultato sempre vincente. La competizione richiedeva di predire chi tra gli studenti, in un programma di apprendimento online, si sarebbe ritirato per primo dal corso.  La macchina ha valutato due variabili: con quanto anticipo gli studenti iniziassero a lavorare agli esercizi assegnati dai docenti  e il tempo medio trascorso sul sito del corso, individuando con correttezza i risultati. 
 
Il vaticinio dei più pigri non è però l’unica informazione che il pc è riuscito a ricavare. Per esempio ha dedotto se un progetto

 di crowdfounding sarebbe stato considerato più o meno interessante per il pubblico o quali utenti di un sito di shopping online sarebbero diventati clienti abituali. Non male come inizio.
 
Fortunatamente la macchina è risultata vincitrice “solo” contro 615 squadre iscritte, quindi la tecnologia non ha ancora del tutto battuto il cervello. Tuttavia lo strabiliante strumento è in grado di raggiungere risultati molto simili a quelli umani e  nella metà del tempo. Gli esperti lavorano anche dodici ore a algoritmi mentre la macchina ne ha impiegate due per elaborare i risultati delle gare.
 
I ricercatori credono sia possibile sfruttare la macchina proprio in tal senso, cioè utilizzare la rapidità nell’elaborare risultati, soprattutto quelli che gli esperti non riescono a ricavare per mancanza di tempo.
 
Altro che tarocchi e sfere di cristallo. Il futuro è scritto in ram e microchip.
 
 
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