Che ci fanno dei mobili distrutti dentro un negozio Ikea?

La casa è il luogo sicuro per eccellenza.

Il posto in cui ci rilassiamo dopo una lunga giornata di lavoro, dove ci sentiamo protetti e a nostro agio. Ma che succede se da un giorno all'altro questa certezza dovesse crollare? Se sopra le nostre teste sentissimo sempre la minaccia di un attacco imminente?

Ikea ha scelto di mettere la  realtà della guerra sotto gli occhi di tutti. In Norvegia, all’interno dei suoi store, ha riprodotto una casa siriana. In mezzo ai divani in pelle e alle camerette elegantemente arredate sbucano mattoni sbreccati e mobili spartani e malmessi, mura danneggiate dai bombardamenti.  Un’ iniziativa realizzata in collaborazione con la Croce Rossa, in appoggio alla sua campagna annuale di crowdfunding.

Una nota stonata rispetto al clima accogliente che di solito si respira nei punti vendita della catena svedese. L’ambiente è stato realizzato completamente in linea con il design classico del brand: solo i cartellini dei prezzi riportano la dura situazione in cui vertono le popolazioni dilaniate dalla guerra: paura, mancanza di cibo e acqua e difficoltà a reperire farmaci.

Snorre Martinsen, art director di POL, agenzia che si è occupata della campagna pubblicitaria, era rimasto colpito dalla povertà delle zone di guerra. «Dopo aver visitato Rana, bambina siriana, e visto coi nostri occhi come lei e la sua famiglia riescano a sopravvivere nelle zone intorno a Damasco, abbiamo voluto ricostruire la sua casa nel modo più fedele possibile».

Risultato? Quarantamila visitatori ogni settimana per un totale di 22 milioni di euro in donazioni a favore dell’attività della Croce Rossa in Siria. «Posizionare una vera casa siriana accanto a un moderno arredamento scandinavo ha reso chiaro, più di qualunque spot, quanto sia importante donare e aiutare. Sarebbe stato più semplice ricoprire un ambiente con stampe di fotografie e carta da parati, ma l’effetto non sarebbe stato lo stesso. Questa stanza è costruita sulla base dei racconti dei veri profughi scampati alla guerra.”

Nulla è più efficace di vedere con i propri occhi. 

di Irene Caltabiano

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