Apprezzare la vita non costa nulla?

Amore, amicizia e salute, per fortuna non si comprano, eppure si apprezzano!

Tutto ha un prezzo e invece diciamo ‘il mio amore non si compra’, ‘la mia amicizia non è in vendita’. E ancora ‘non si acquista la salute’ e ‘non posso (s)vendere la mia libertà’. Che apprezzabile equivoco è questo! Ma dai, amore, amicizia, salute e libertà non sono in vendita. Se le cose più importanti e belle della vita non hanno prezzo, allora su cosa ne stimi-amo il valore, la bontà e il pregio?

Invece un apprezzamento monetario dell’esistenza lo facciamo tutti giorni quando valutiamo, de-prezziamo e dis-prezziamo parenti, conoscenti o colleghi in base a qualità  e pregi che incidono sulle personali quotazioni e stime affettive di mercato che ne facciamo. Non c’è persona, cosa o situazione che non sia soggetta all’ago della bilancia, che abbia un suo peso (d’oro) e, in fine, prezzo.

Il prezzo che avvalora

L’apprezzamento è un incremento di valore, quindi assegnare un prezzo vuol dire attribuire un pregio. Siamo ancora sicuri che certe cose non abbiano prezzo? E di prezzo si sale o si scende. Una monetaapprezzata’ è quella si avvalora di più rispetto alle altre.

L’esistenza è monetizzata. Tu conti!

Allora tutto conta eccome! Il partner, l’amico, il genitore, il figlio, ognuno ha un suo ‘valore’ di scambio con noi e una sua bontà e ‘stima’ reciproca. Visto? Per  davvero gli affetti sono ‘preziosi’. Quando spendiamo, compriamo e contrattiamo, stiamo veramente apprezzando?

Testa o croce? Stai attento al tuo talento

Nasciamo tutti con una moneta d’oro, un talento. Di per sé il talento era un’unità di misura di peso dell’antica Grecia e un conio che circolava anche in Palestina. Ricordate la nota Parabola (di mercato) dei talenti evangelici? Qui la prospettiva offerta da Gesù (mutuo di nuovo un esempio da Lui, non me ne voglia!) non è né economica, né finanziaria. Raffigura invece, nei talenti dati ai servi, i doni che Dio ha elargito. Sempre Dio poi (o chi per Lui), ripone in loro la fiducia che sappiano far fruttare queste potenzialità nascoste in latenza. Il talento è allora una sorta di ricchezza interiore, un tesoro che ognuno custodisce. E come e quanto ci frutta?
 
Investimenti affettivi riconosciuti

Apprezzare significa far emergere questo talento, accrescerlo, chi è ‘munifico’, di buon grado, del giusto apprezzamento nei tuoi confronti, investe in te e moltiplica il valore della tua moneta! Chi ti apprezza ti riconosce un’abilità eccezionale che ti connota in maniera speciale e unica. Riconoscere vuol dire comprendere la vera natura delle cose. Chi ti riconosce rivede in te un’energia creativa fondamentale (’daimon’), che altro non è, se non quella capacità innata che hai già dentro e che guiderà il tuo destino.

Apprezzare non costa nulla

 

 Esprimere apprezzamento ha inoltre degli effetti potenti. Far sentire apprezzato qualcuno o esserlo predispone un terreno fertile che favorisce i comportamenti pro-sociali, aumenta le difese immunitarie, rafforza i feedback positivi. Essere gratificati è sicuramente più piacevole che essere criticati! Un sincero apprezzamento che sia sentito, ascoltato, visto o toccato genera gratitudine. Una parola gentile, detta o scritta, un gesto affettuoso, una carezza o un abbraccio, oppure una pacca e una stretta di mano, alimentano sia riconoscimento reciproco, sia riconoscenza.

Riconosciuto  e riconoscente

 Quando la tua vera natura viene fuori e cresce rigogliosa, non puoi che essere grato per questo. Chi ti apprezza ti riconosce per ciò che veramente sei e puoi diventare. Chi ti riconosce ti gratifica. Questa gratificazione è del tutto gratuita. Sei grato perché ti rendi conto che hai scambiato con l’altro un valore aggiunto e una benevolenza che non costano nulla ma valgono tanto. Gratuità, poi, è una derivazione di gratùs che ci riporta alla gratitudine. Visto? In un certo senso vivere costa. Eccome se costa!

di Laura Pugliese

 
 

 

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