La Start Up

Foodfind, la startup rivoluzionaria del settore food

Cibo e innovazione

ciboeinnovazione1FoodFind è la start up dedicata al food & beverage concepita da Roberto Grilli, trentunenne fieramente marchigiano radicato ad Ancona: lo scopo di questa azienda è quello di portare una vera rivoluzione nel sistema di vendite nel settore alimentare.

L’innovazione di partenza di FoodFind è di concepire un motore di ricerca dei prodotti di consumo e stravolgere il processo di vendita di alimenti e bevande.

I potenziali clienti hanno a disposizione uno strumento che permette loro di trovare dati e informazioni su quello che stanno cercando.

Leggi anche:POsti, la startup che certifica tutto ciò che mangiate

Il creatore di FoodFind spiega come funziona la start up

foodfind13Roberto Grilli spiega:

«Gli utenti potranno utilizzare un innovativo motore di ricerca presente in home page che permetterà loro di trovare tutto ciò di cui hanno bisogno con facilità. Ogni azienda presente nel portale avrà un profilo ad hoc, consultabile gratuitamente, che funzionerà come vetrina virtuale. Non si tratta però di un e-commerce. Grazie a FoodFind le aziende verranno contattate direttamente dai loro clienti senza nessuna intermediazione e potranno decidere direttamente loro il prezzo finale».

Il progetto di FoodFind, che mira senza dubbio in alto, è nato nel 2017 nella soffitta dello stesso fondatore:

«Vogliamo diventare i Google del settore alimentare italiano. Per farlo, abbiamo creato una piattaforma dedicata a tutti i protagonisti della filiera: dai produttori di materie prime a chi offre servizi.  Il nostro servizio è rivolto agli operatori del Food&Beverage che operano in tutto lo Stivale. Lavorando però da oltre 10 anni come imprenditore e collaborando con importanti aziende del territorio so bene, quante eccellenti realtà ci siano nelle Marche e sono felice che molte di loro abbiano deciso di entrare nella famiglia FoodFind».

foodfind8Il Ceo continua spiega come questo network abbia raggiunto fin dai primi mesi risultati inaspettati come veder aderire aziende come Orogel, Gruppo Amadori e Komplet:

«Siamo partiti da poco ma in tanti hanno manifestato enorme interesse per il nostro progetto e questo non può che farmi enormemente piacere. Penso che mai come in questo momento storico è fondamentale accorciare i tempi di attesa. Nell’epoca del tutto e subito ho voluto creare qualcosa che potesse ottimizzare il business di chi opera nel settore del food, dandogli la possibilità di avere informazioni nel modo più rapido possibile».

Leggi anche: Ieat, un portachiavi vi salverà dallo shock anafilattico

E dopo FoodFind, arriva FoodHelp

FoodFind è stato quindi il primo passo; infatti, Grilli sta proseguendo con il lancio di un’area interamente rivolta a tutti coloro che aspirano a entrare in questo settore, guidandoli step by step della sezione FoodHelp, un servizio gratuito messo a disposizione per dare un aiuto pratico dedicato alle persone con nuove idee e che adesso avranno un mezzo in più per perseguire e realizzare il loro progetto.

felice-catozzi

 

di Felice Catozzi

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Trascinarsi le valigie in giro per la città? Non più, grazie a Bagbnb

BAGBNB, godersi il viaggio al 100%

bagbnb1Quante volte ti sarà capitato di partire per un viaggio e voler sfruttare il primo e soprattutto l’ultimo giorno di permanenza nel luogo che stai visitando?

Quanto è stato complicato trovare un modo di sistemare le valigie per non trascinarle in giro per strada? Da un problema comune a molti nasce BAGBNB, una startup semplice che risolve il problema di dove lasciare le valigie quando non si ha a disposizione un hotel, un appartamento o un b&b.

L’idea di BAGBNB è stata tanto semplice quanto complessa nell’esecuzione.

La  start up infatti ha avuto la necessità di essere supportata dall’incubatore e fondo di investimento Pi Campus, permettendo a Seina e agli altri due fondatori Giacomo Piva (CPO con esperienza decennale come Responsabile Marketing del gruppo Terravision) e Giulio de Donato (CTO, noto programmatore e tech evangelist).

Leggi anche: Ipergo, niente più valigie perse

Come nasce BAGBNB?

Bagbnb2Alessandro Seina, Ceo e cofondatore di BAGBNB è partito da un’esperienza diretta sulla questione:

«Sono stato per anni superhost di AIRBNB e membro della community italiana di Host e miei ospiti mi chiedevano quasi sempre di tenere i bagagli per un early check-in o un late check out, ossia chi arriva in città presto, prima che un appartamento sia pronto, o chi va via tardi per sfruttare ancora qualche ora».

«Molto spesso non potevo accontentarli, e mi rendevo conto che questo era un problema diffuso anche tra altri hosts. L’unica soluzione al tempo erano i depositi bagagli delle stazioni: file lunghe, pessima esperienza e prezzi alti, un servizio non in linea con quanto gli ospiti cercavano.

Così è nata l’idea di creare un deposito diffuso in tutta la città, dare la possibilità ai viaggiatori, non solo quelli che pernottano in case private, ma anche a chi prenota in budget hotel senza deposito bagagli o in alberghi non centrali, di lasciare le valigie all’interno di attività locali come bar, bistrot, hotel».

loading...

Ecco come funziona la start up

bagbnb7Il principio alla base di BAGBNB è hands free ovvero permettere al viaggiatore di poter visitare la città senza pensieri sui propri bagagli.
 
Basta accedere all’apposita piattaforma ideata per proporre una rete di locali di appoggio, rinominati gli Angel, dove poter prenotare un posto per la propria valigia senza preoccuparsi di chi possa tenerla d’occhio.
 
Tra bar, bistrot, hotel, attività locali che mettono a disposizione spazi per custodire questi oggetti fondamentali per un’esperienza positiva del viaggio intrapreso, la start up corrisponde loro una fee per ogni bagaglio.
 

Inoltre, è stato riscontrato che i partner coinvolti sono spesso scelti dagli stessi clienti di BAGBNB per pernottare o consumare i prodotti dell’attività commerciale, aumentando considerevolmente il fatturato. Seina conferma:

«Grazie al nostro servizio, i nostri partner fatturano 4-5 mila euro al mese, cui si aggiunge quello che i turisti acquistano nei loro punti. Certo, la posizione strategica o la zona a maggior concentrazione turistica possono far la differenza, ma anche chi fattura meno, molto meno in alcuni casi, ha comunque la possibilità ogni giorno di entrare in contatto con una potenziale clientela, che è solitamente ben propensa all’acquisto. Sicuramente in un periodo di crisi dei retail, BAGBNB si è dimostrata per molte realtà più che una boccata d’ossigeno».

Leggi anche: Sweetguest, la startup che fa gli onori di casa e gestisce il tuo profilo Airbnb

I prossimi step di BAGBNB

destinazioniIl progetto è partito da Roma e in circa sei mesi si è diffuso nel resto d’Italia con la copertura degli oltre 20 capoluoghi e sbarcando anche in Europa: al momento il servizio è presente a Londra, Parigi, Barcellona, Madrid, Berlino, Lisbona, Praga, Budapest, Amsterdam, Mosca, per un totale di 40 Paesi, 150 città e 1000 punti di deposito complessivi.

In più BAGBNB è sbarcata dal 2018 negli Stati Uniti, Canada, Sud America e Australia, con prossime aperture in Asia con Tokyo, Bangkok, Seoul e Hong Kong.

Insomma preparate i bagagli... e state senza pensieri!

Felice Catozzi

di Felice Catozzi 

Blogger viaggiatore

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Ecco Splittypay, la startup per dividere le spese in tempo reale

Organizzare il viaggio estivo con gli amici senza perdere l’offerta del momento.

Chi non si è mai ritrovato di fronte a una promozione imperdibile ma in quel momento preferiva non pagare l’intera cifra?

Che fare dunque? Ci si arma di rubrica telefonica e si comincia a chiamare l'intera masnada per giungere alla conclusione che, ancora una volta, sarai tu a dover anticipare per tutti. Con l’incognita se quei soldi torneranno mai nelle tue tasche.

Sapevate che le questioni economiche sono la principale causa di rottura di un’amicizia?

Curioso in effetti che una startup come Splittypay, nata esattamente per problemi di questo tipo, sia stata fondata da due amici, Alberto Porzio e Matteo Destantini (che, evidentemente, hanno deciso di prendere il toro per le corna e affrontare il problema da un punto di vista creativo).

Come sempre, la scintilla è scaturita dalla necessità di trovare un servizio simile. Quando i due hanno visto che non c’era ancora nessuna app che potesse risolvere il problema, hanno deciso di diventare loro la soluzione.

Leggi anche: Moneyfarm, investire online non è mai stato così facile

Dall’aeroporto all’aereo

splittypay-foundersI due non sono certo nuovi nel mondo delle startup. Infatti, qualche anno fa, hanno ideato ZZZleepandgo, cabine ipertecnologiche collocate in aeroporto per aiutare i viaggiatori che vogliono schiacciare un pisolino tra un volo e l’altro. Le cabine erano già dotate di pagamento automatico.

In qualche modo dunque sono passati dall'occuparsi del comfort pre partenza alla fase ancora precedente.

Come funziona SplittyPay

splittypay10Splittypay consente di inserire sui portali, soprattutto a quelli nel campo dei viaggi e food delivery, più carte di credito per il pagamenti.

Le card possono appartenere sia alla stessa persona che a persone diverse. Il totale può dunque direttamente essere diviso in quote, senza più scuse di non poter consegnare i soldi brevi manu al “ facoltoso” di turno.

loading...

Inoltre il primo a pagare la sua quota può avvisare gli altri, inviando una notifica. Così tutti saranno a conoscenza del fatto che la cifra totale si deve pagare entro una determinata data, pena la scadenza dell’offerta.

Leggi anche: Togheter Price, Netflix o Spotify le paghi in condivisione

Spirito d’iniziativa

splittypay-formica-argentinaI due imprenditori hanno investito creduto subito nella loro idea, tanto da investire 60mila euro di tasca propria, per poi attirare l’attenzione di alcuni angel che hanno finanziato la stratup con 150mila euro. Da qualche giorno si è poi conclusa la campagna di equity crowdfunding su 200Crowd con altri 150mila euro.

Ma ciò su cui si sono principalmente concentrati i fondatori è stato trovare il team giusto. Tra loro infatti anche Valerio Buniato, esperto in fraud and payment, con un passato in Last Minute e Booking.

« Siamo una realtà giovane nel mondo del payment e non è facile trovare uno spazio. Per fortuna, siamo già entrati in contatto con alcune grandi realtà e speriamo di chiudere accordi più presto possibile».

B-Heroes, la startup sbarca in televisione

Anche Splitty sbarca a Las Vegas

Come anche la startup fintech è stata selezionata tra i primi 40 progetti del programma di accelerazione per startup B-heroes, così da promuoversi a livello internazionale.

La strategia di Splitty è stata insomma focalizzarsi su qualcosa di già esistente ma certamente migliorabile.

E la vostra strategia? Quale potrebbe essere?

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci