Amici animali

I protect tiger: se la tigre fosse una di famiglia?

Immagini surreali e commoventi per il nuovo spot britannico del WWF.

La pubblicità parte da un presupposto: e se dovessimo curarci della tigre, specie in via d'estinzione, come fosse un fratellino o una sorellina con la febbre?

Papà, mamma e figli si svegliano la mattina e trovano l'enorme felino, ferito, sul letto di casa. Cominciano così a prendersi cura di lei. Chi le tampona le ferite, chi le legge una favola, chi le porta l'acqua. Una volta guarita però, arriva il momento di tornare nel suo habitat naturale. La famiglia la saluta con le lacrime agli occhi, e la tigre si gira verso di loro, come un segno di riconoscimento per ciò che hanno fatto per lei. Il messaggio finale recita: “Hanno bisogno di voi”.

Il video A tiger in Suburbia fa parte del progetto #IprotectTigers, in cui il Wwf chiede agli spettatori di diventare protettori di tigri,con meno di 5 sterline al mese (6 euro circa). Attualmente ci sono 3900 esemplari in natura. In un secolo abbiamo perso il 95% delle tigri,  ma solo quest'anno il bilancio è in crescita.

La sorte delle tigri sta a cuore a molti governi, ma si dovrebbe fare di più. Ad esempio attuare un maggior controllo sul bracconaggio e allargare gli spazi dove le tigri possano vivere liberamente e fuori pericolo. La campagna Tx2, che ha come testimonial famosi il premio Oscar Kevin Spacey e il campione di tennis Andy Murray, si è posta l'obiettivo di raddoppiare il numero di tigri entro il 2022. Perchè? In Cina è proprio l'anno della tigre e infatti gli sforzi maggiori saranno concentrati nell'area asiatica, in India e Russia.

di Irene Caltabiano

 

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Pet therapy. Attenti al cane?

Nessun essere vivente deve essere maltrattato. 

Partiamo da questa premessa di base, valida per 'cani’ e ‘cristiani’. Per ciò rispetto e cura per entrambi senza dimenticare che il cane deve restare tale nella sua essenza propria di ‘animale’ che va altrettanto difesa e rispettata in ricordo della nostra stessa ‘bestialità’.

Perché affidare un cucciolo a un bambino?

‘Addestrare’ il bambino alla cura e al rispetto di un altro essere vivente sono valide motivazioni all’adozione di un cucciolo. Prima di tutto è bene conoscere il carattere e le esigenze dell’animale da compagnia che si è scelto, e chiedersi magari perché a nostra volta dovremmo essere scelti dell’ipotetico cucciolo potrebbe essere un buon esercizio.

La presenza di un cucciolo può aumentare l’autostima, lo sviluppo cognitivo e affettivo nel bambino quando è coinvolto, in maniera vigile e consapevole, dai genitori nella sua gestione. Per questo è molto utile assegnare piccoli compiti quotidiani che possono essere l’ordine e la pulizia dei giochi, riempire la ciotola di acqua o pappa, partecipare al lavaggio e alle passeggiate di tutti i giorni.

Quest’amore per gli animali, apparentemente grande e responsabile, sembra essere molto semplice e costituisce una facile via di fuga. Per certi versi è molto più comodo ‘amare’ un mondo animale rispetto a uno ‘umano’ dal quale si può essere traditi, abbandonati e per il quale molto spesso tocca fare sacrifici e lottare (come se la cura e la gestione di un cucciolo non ne richiedessero). Allora facciamo ricadere il nostro bisogno di amore sui quadrupedi che poco ci chiedono in fondo (non parlano!), non scappano e possono essere reclusi facilmente in casa senza lamentarsi della nostra ‘bestiale umanità’.

Ma l’uomo, ‘animale razionale’, in tutto ciò è un ‘amorevole cannibale’. 

E sì perché, se non devono essere maltrattati e devono avere parità di diritti, i nostri amici animali tanto meno vanno mangiati! Tuttavia chi spiega al leone (guarda un po’ cannibale come noi) che benché il suo istinto (animale) di sopravvivenza gli dica di rincorrere e maltrattare la gazzella sarebbe meglio per entrambi brucare allegramente insieme ciuffi d’insalata? Senza considerare che anche lo stesso ciuffo d’erba non soffra nell’essere estirpato … quanta disumana sofferenza !  

Forse, alla fine, anche il più ‘animalista’ (talvolta mascherato da ‘erbivoro’) è un cannibale che odia se stesso nella sua scomoda e sconveniente ’animalità’, per la quale si maltratta, si reprime e si nega in nome del senso di ‘umanità’ e ‘civiltà’.

L’essere umano allora è il vero ‘bastardo’ quando maschera le sue carenze di affetto e calore rivolgendo improbabili richieste all’amico animale che a sua volta è ‘imbastardito’ perché diventa il surrogato di un figlio che manifesta problematicità e criticità che l’amore genitoriale non ha umanamente compreso e ascoltato. Allora ecco i cagnolini da compagnia, i cani/gatti bambolotto che non sporca ma ama tanto. Meglio adottare un cane che un bambino? Meglio essere ammaestratori che figli, fratelli o genitori? Meno nascite e più animali domestici per tutti!

L’adozione che non feconda la vita

Sebbene la cultura verso gli animali cambia, non è detto che il genere umano evolve di pari passo, soprattutto nell’uso della parola che tanto lo contraddistingue. Se riconoscere le cose, vuol dire chiamarle con il loro nome, da qualche tempo abbiamo smesso di chiamare il cane – cane e lo abbiamo cacciato dal regno animale dove forse noi vorremo ritornare.

Laura
Blogger animalesca

 

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Il video dell’iguana che scappa dai serpenti ci insegna qualcosa sulla combattività

Sembra la seguenza di un film hollywoodiano.

Gli elementi ci sono tutti: l’eroe della storia, il pericolo imminente, gli antagonisti, il conflitto e la salvezza. La sequenza, contenuta in un episodio della serie Bbc Planet Earth II, è già ritenuta una delle scene più belle nella storia dei documentari.

Protagonista una piccola iguana marina, specie originaria delle Galapagos, inseguita da decine di serpenti corridori. Durante il mese di Giugno si schiudono le uova di questi rettili. Quando emergono dalla sabbia, spesso vengono mangiati dai serpenti. Non è il destino della nostra paladina, che, nonostante la sua corsa buffa e sgraziata, alla fine ce l’ha vinta sugli “arroganti”, anche quando le cose sembrano stare andando per il peggio.

Il documentario è stato girato sull’isola di Fernandina. Grazie ai nuovi mezzi tecnologici si può osservare la fauna a distanza ravvicinata e riprendere queste incredibili scene.

Consiglio la visione ogni volta che si è tentati di arrendersi su qualcosa. Non è mai detta l’ultima parola. 

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di Irene Caltabiano

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