Social advocacy: quando il dipendente diventa garante

Il mondo si divide in due categorie.
I nativi digitali, i millenials, quelli che un Nokia 3310 non sanno neanche cos’è e chi ancora non distingue un pc da una macchinetta per il caffè. E in mezzo? Al centro della disputa ci siamo noi, gli immigrati digitali; da bambini di fronte a un pallone, da lavoratori davanti a un pc.  Quelli che sanno bene o male cos’è un computer , riconoscono il tasto d’accensione e lo usano quotidianamente, ma devono sviluppare le loro digital media capabilities
 
Le competenze informatiche non servono solo al dipendente, ma sul lungo termine, risultano fondamentali per l'intera azienda. Le conseguenze sono infatti miglioramento del fatturato, riduzione di costi e fidelizzazione del cliente. Lebu, piattaforma dedicata al social learning, ha visto negli ultimi anni una significativa moltiplicazione  di imprese che vogliono incrementare le capacità digitali dei propri sottoposti. In una parola, aumentare la social advocacy. L’obiettivo è far si che i propri dipendenti condividano naturalmente contenuti dell’azienda di appartenenza. E questo avviene solo se  gli impiegati sono soddisfatti di lavoro e clima professionale ma soprattutto, se ciascuno ha  una formazione base sui meccanismi digitali. 
 
È stato calcolato che, se ciascun dipendente in un’azienda di medie dimensioni pubblicasse anche un solo contenuto al giorno in linea con il proprio lavoro (con una media di 250 contatti ciascuno), i follower  potrebbero passare in poco tempo da 5000 a 30000. Certamente non si può fare “di tutti i social un fascio”. Facebook e Twitter per esempio hanno target  e scopi diversi rispetto a LinkedIn.  Quest’ultimo infatti sarà maggiormente indicato per mantenere i contatti lavorativi e fidelizzare con nuove proposte. Peraltro, vista la costante velocità di evoluzione del mondo virtuale, la formazione deve essere continua. 
 
Digital awareness, virtual communication, self-empowerment, knowledge networking, creativity. Paroloni che possono essere riassunti in un solo concetto: sapersi muovere nell'universo informatico.  Secondo l’Osservatorio Hr  Innovation Practice della School of management del Politecnico di Milano, su un campione di 100 direttori di azienda, la conoscenza digitale è ormai prerogativa fondamentale.
 
Che fare? Armarsi di santa pazienza e non smettere mai di imparare. 
 
 
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