Peta e la campagna shock contro gli accessori in pelle

A volte si spera non sia necessario arrivare ad azioni estreme per stimolare senso critico e riflessioni. 
La PETA, organizzazione internazionale per il trattamento degli animali, ha scelto la via della terapia d’urto per gli amanti di borse, scarpe e accessori in pelle. Behind the leather, campagna shock in collaborazione  con Ogilvy & Mather, agenzia di comunicazione e marketing di Bangkok, ha cambiato per sempre il modo di guardare portafogli di coccodrillo e cinture di pitone. 
 
La nota organizzazione ha  aperto un finto negozio temporaneo all’interno di uno dei centri commerciali più famosi della capitale thailandese. Chi era entrato per comprare un articolo di lusso, una volta aperta le cerniere di borse e giubbotti si è trovato davanti uno spettacolo raccapricciante. 
 
Finti organi e sangue di animali e, addirittura, muscoli che pulsano. Tutt’intorno, immagini che mostrano 
come pitoni e coccodrilli vengono effettivamente catturati, torturati e sacrificati per mostrarci glamour ed eleganti. Più di 440mila esemplari sottratti alle giungle e allevati in acque putride prima di essere sottoposti alla pratica “normale” di macellazione. Gli animali vengono resi inoffensivi spezzando le ossa e successivamente scuoiati vivi. 
 
Le sorti dei pitoni non sono molto diverse. Dopo essere stati catturati vengono appesi a testa in giù e decapitati. Prima però vengono gonfiati d’acqua in modo  da rendere la loro pelle più morbida e quindi più facile da rimuovere. Alcuni sono ancora vivi quando il manto viene strappata dal corpo.
 
Vale la pena tutta questa crudeltà solo per grantirsi uno status sociale? E se un giorno arrivasse una specie aliena che pensasse che la nostra pelle è così setosa e attraente da farci fantastiche scarpe o valigie?
 
    
    Irene Caltabiano 
 
Guarda il video della campagna Behind the leather ( immagini sensibili) >>
 

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