Nano-prestito, così l’economia combatte l’illegalità

Combattere grandi problemi, a volte, significa (ri) partire dal piccolo. Infondergli forza e irrobustirlo. Il nano-prestito è stato introdotto di recente per contrastare l’usura. Attualmente è in fase di sperimentazione in alcune zone; l’auspicio è che possa estendersi “a macchia d’olio” in tutta Italia. L’intento è chiaro: dare a famiglie e aziende uno strumento efficace per difendersi dai disastrosi effetti della crisi.
 
 
Troppo spesso, in passato, privati e imprenditori, all’ennesimo porta sbattuta in faccia da banche e finanziarie si sono convinti di essere spacciati. E quando ti senti con le spalle al muro, la disperazione ha gioco facile. Per questo non si contano più le persone suicidate dalla crisi. Il nano-prestito si propone quindi come strumento di credito alternativo a quelli tradizionali.
 
Cos’è e come funziona
Il nano-prestito eroga cifre inferiori a quelle solitamente ottenute. Parliamo infatti di somme al di sotto dei 2.500 euro. Così, anche il TAEG (ovvero il costo del finanziamento) è abbastanza contenuto. Il tasso variabile oscilla tra il 10% e il 20%, equivalente al 120-140% annuale, che per gli istituti di credito non è particolarmente redditizio. 
Il finanziamento va rimborsato in 30 mesi, pagando al massimo 100 euro per volta.
 
 
 
 
Destinatari
Il progetto pilota è partito con 50 famiglie di Nola (provincia di Napoli) per un importo complessivo di 10.000 euro. Entro giugno i beneficiari dovrebbero arrivare a quota 150. La zona coinvolta non è stata scelta a caso. Infatti il capoluogo di regione campano e Caserta sono le due province più esposte al fenomeno dell’usura. A dirlo, Contribuenti.it. 
 

 

 

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