Le pellicce? Roba da primitivi!

Cosa caratterizza un bravo pubblicitario?

Probabilmente la capacità di trattare un argomento diffuso da un punto di vista originale. Le campagne contro le pellicce hanno sempre mostrato immagini cruente, di animali tristi, in gabbia, o peggio, dopo esser stati scuoiati. Tutte condivisibili e d'impatto per carità, ma viste e riviste.  Così tanto che il pubblico è diventato impermeabile a certe foto.

La  Lituania, a causa del clima freddo, vende ancora molte pellicce; ogni anno vengono infatti uccisi oltre due milioni di animali per confezionare indumenti. Da qualche giorno però a Vilnius sono comparsi cartelloni che recitano:“ Sfoggiare pellicce vere è una scelta datata e fuori moda”. Testimonial? Un’affascinante, biondissima, donna primitiva.

I poster sono stati realizzati da Tušti narvai (Gabbie aperte), associazione in difesa degli animali. Immagini che stimolano il pensiero laterale, cartelloni che si allontanano dal banale, sottolineando che coprirsi dal freddo con pelle di animali. La campagna sembra aver fatto centro: è stata infatti registrata una diminuizione della vendita di abiti con inserti in pelliccia e, da sondaggio, l’opinione negativa nei confronti del commercio di pelle animale è passata da 58 a 67%.  

Forse non sono le persone indifferenti a certi temi. Bisogna semplicemente trovare la chiave giusta. 

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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