Il panico? Una pantera che ha bisogno di carezze

È marzo, sono a letto.

attacco-di-panicoUna forte palpitazione: è il cuore? Mi alzo per bere un po’ d’acqua. La testa inizia a girarmi come se fossi sbronzo. Mi rimetto a letto, cosa sta succedendo? Qualcosa di brutto, lo so. La mia ragazza sta andando a farsi la doccia, decido di seguirla. Non mi sento al sicuro. 

La testa continua a girare vertiginosamente, la paura è alle stelle. Improvvisamente sento balzare il cuore al petto: 180 battiti al minuto? Forse anche più. Inizio a tremare, chiamo il 118. È il cuore, il cuore! Dico la via di casa ma mi sento completamente assente. Non capisco nulla, mi ritrovo steso sul divano. I battiti non calano, sono come paralizzato, non riesco a muovermi nemmeno di pochi centimetri. Arriva l’ambulanza, non mi rendo conto del tempo che è passato. Il medico sorride, controlla tutto e mi dice:

 «Non è il cuore, nemmeno un problema neurologico». 

«Allora cos’è?»

«Panico»

Dopo circa mezz’ora e qualche goccia di ansiolitico, riesco a sedermi. Ma non è finita: iniziano le scosse di adrenalina. Sono traumatizzato.

È stata l’esperienza più brutta e più giusta che mi sia capitata. Giusta? Si l’ho detto. Per fortuna esistono gli attacchi di panico.

Cosa ci dicono?

attacco-di-panico-6Qualcosa non va, è ora di cambiare vita, carattere, lavoro, passioni. Sono campanelli d’allarme del tutto innocui e carichi di significato. Il nostro cervello rivela una situazione di pericolo e ci mette in guardia. Siamo completamente vittime, l’inconscio prevale sul conscio.

Per rendere l’idea, immaginiamo di esserci persi in mezzo alla foresta. All’improvviso un ruggito. Che creatura è? Una pantera? Forse sì. Sale il terrore. Immobili, non sapendo dove scappare, ci guardiamo intorno. Solo alberi e cespugli.  Vediamo arrivare il felino, ormai è tardi, si ferma e ci guarda. Ha la bava alla bocca. Ora veniamo sbranati.

Siamo davvero sicuri di essere un buono spuntino? Magari vuole due carezze.

La prima volta non si scorda mai

“Quando la paura ti bussa alla porta vai ad aprire, vedrai che non c’è nessuno”.

Facile a dirsi ma quando si è in preda al panico, che si fa? Gli esperti dicono che si può controllare ma bisogna lasciare che faccia il suo corso. In genere dura dai 15 ai 30 minuti. I sintomi sono tantissimi e non sempre gli stessi.  In genere, il comune denominatore è la paura di impazzire o morire, accompagnato da nodo alla gola, formicolio agli arti, oppressione al petto e via dicendo. Conoscere e sperimentare gran parte della sintomatologia da disturbo di panico, afferma quanto espresso nell’aforisma. Non c’è nulla da temere se sappiamo che dietro alla porta non c’è nessuno.

Come vincerlo nell’immediato

panicoDopo numerosi "infarti" non ne potevo più, avrei preferito morire. Una mattina, affacciato alla finestra dopo aver fatto colazione, mi sento le gambe cedere. Ho l’ennesimo terrore che possa succedere qualcosa di brutto ed ecco che puntualmente il cuore inizia a battermi fortissimo. “Sai che c’è?” ho pensato “ora mi metto a sedere e se devo morire, morirò”. 

È iniziato il formicolio al braccio destro e poi al sinistro. Il petto oppresso e le immancabili vertigini. Mentre mi preparavo a morire mi viene in mente un aforisma di Emil Cioran: “L’unico modo per superare il panico è pensare alla propria sepoltura”. E così ho fatto. Il risultato? In meno di cinque minuti tutto era finito. Così come i muscoli si sono irrigiditi improvvisamente si sono distesi. Così come ho avuto paura di perdere un’altra volta. Ho vinto! La sensazione? Paragonabile ad un orgasmo.

Quando il panico persiste?

felicitàSe il disturbo è frequente e diventa invalidante, bisogna intervenire al più presto. Anzitutto, una rassicurazione: non è mai morto nessuno per l’ansia o il panico.

Bisogna però imparare a conoscerlo, gestirlo e se è necessario ricorrere ad un percorso terapeutico. Se sarà necessario bisognerà intervenire anche in parallelo con qualche medicinale. Perciò non abbiate paura se ve lo consigliano, io non ho voluto prendere farmaci durante il primo mese di disturbi ma rimpiango di non averlo fatto. Sarete seguiti e non succederà assolutamente nulla. Non abbiate ad ogni modo fretta di guarire, ogni percorso è soggettivo. Io ho impiegato sei mesi prima di conoscere e accettare il panico.

Consigli di lettura

Un libro che vi invito ad acquistare perché mi ha cambiato la visione del disturbo, e che senz’altro può essere davvero d’aiuto è: “Come vincere il panico” di R. Morelli e V. Caprioglio. Grazie a questo piccolo manoscritto ho imparato tutto quello che c’è da sapere.

Notate bene: Il panico viene per salvarci, sempre. Impariamo ad accoglierlo senza paura e non dimentichiamoci di dirgli grazie per averci fatto visita.

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di Luca Mordenti

 

 
 
 
 

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