Il cielo stellato sopra di me, il glifosato dentro di me

Glifosato. Sembra il nome di un mostro delle fiabe.
 
Anche se non ne troverete traccia in un libro dei fratelli Grimm, può essere considerato pericoloso al pari della Strega cattiva. Sono molti gli studi che ne stanno confermando la dannosità; il composto chimico non solo nuoce al sistema endocrino ma sarebbe anche causa di cancro, celiachia, depressione e disturbi d’ansia. Per mancanza di evidenze, c’è il rischio che la Commissione europea rinnovi la licenza alla Monsanto, produttrice internazionale della sostanza. 
 
Cos’è il glifosato
Il composto chimico venne inventato da John Franz, chimico che lavorava per l’azienda tuttora leader nel settore prodotti agricoli. È un erbicida totale, non selettivo, sostanza che annienta in maniera indiscriminata qualsiasi tipo di vegetale.  Fin dalla sua introduzione nel 1974, quando ancora si chiamava Roundup, il glifosato fu molto utilizzato in agricoltura e ambienti urbani per diserbare strade e luoghi pubblici. 
 
Il successo del prodotto era dovuto principalmente al fatto che, al momento della sua introduzione, era il più biodegradabile e il meno tossico per l’uomo. Quindi la possibilità che raggiungesse le falde acquifere e danneggiasse i terreni era limitata.
 
Perché è diventato dannoso?
La Monsanto stessa incominciò ad introdurre varietà di piante resistenti al composto. Gli agricoltori potevano quindi liberarsi delle piante nocive solo letteralmente inondando i camoi di diserbante.  Chiaramente era un’operazione commerciale, ma, nonostante la poca trasparenza e la scadenza del  brevetto risalente a quindici anni prima, l’erbicida Monsanto continua ad essere il più utilizzato in Europa. L’azienda  fattura circa 15 miliardi di dollari l’anno e ha il monopolio della distribuzione in molti Paesi del mondo. Molti prodotti della Monsanto sono stati già oggetto di cause per danni ad ambiente, bestiame ed esseri umani.  
 
La situazione attuale 

La multinazionale sta operando grosse pressioni affinchè il diserbante non venga bandito. La Commissione europea sta agendo però con troppa diplomazia nonostante gli studi dell’Oms (Organizzazione Mondiale Sanità) abbiano da tempo sollevato la questione. 
 
Anthony Samsel e Stephanie Seneff del MIT, hanno verificato  che il glifosato agirebbe sull’organismo in maniera distruttiva, legandosi al manganese, enzima oligonutriente, e inibendo gli CYP, che proteggono la flora batterica.  Questi ultimi sono cruciali anche per lo smaltimento di tossine prodotte dal nostro metabolismo, nonché di farmaci e  sostanze inquinanti e fondamentali  per la regolazione ormonale e lo smaltimento della vitamina D (sotto i riflettori come elemento di molte patologie moderne quali Alzheimher, cancro, sclerosi multipla). 
 
Gli effetti del glifosato impediscono quindi una disintossicazione natrurale ,sfasando equilibrio ormonale e ritmo circadiano, con conseguenze dannose sull’alternanza sonno-veglia.  Tutto questo va infine a influire sull’intestino, costituendo una base solida per lo sviluppo dell’ansia
 
Cosa possiamo fare
Sembra che la diffusione di disturbi ansiogeni riguarderà una persona su due al mondo entro il 2020. La dannosità del glifosato non è ancora stata ufficializzata, tuttavia nessuna autorità scientifica ha smentito le ricerche.
Dal canto nostro possiamo ridurre il più possibile i prodotti confezionati, soprattutto pane, pasta e merendine,cercando di puntare su un’alimentazione a km 0 o ancora meglio, sperimentare  da soli produzione di frutta e verdura.
 
L’unico antidoto contro il mostro. 
 
 
 
 
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