Il cibo da buttare? In Germania lo mettono in vetrina

Raccolta differenziata, banco alimentare, eventi equi

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative verdi: sulla Terra siamo svariati miliardi di persone, quindi ridurre l’impatto sull’ambiente è fondamentale, e significa vigilare in modo costante sulla quantità di rifiuti prodotti. 

TheGoodFoodTeoricamente siamo tutti consapevoli che sprecare cibo, buttarlo quando è ancora commestibile, è un peccato (fuor dall’accezione religiosa del termine), eppure sradicare convinzioni e pregiudizi dal nostro immaginario sembra essere pressoché impossibile.

La Fao (organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione e agricoltura) calcola che ogni anno un terzo del cibo prodotto viene buttato. Se ne riutilizzassimo anche solo un quarto, potremmo sfamare 900 milioni di persone. Su tutti, si staglia emblematico un dato: nel commercio al dettaglio la stragrande maggioranza degli alimenti è gettata via perché non (più) appetibile a livello estetico.

A Colonia è nato il primo supermercato tedesco (il terzo in Europa) che vende il cibo altrimenti sprecato, The Good Food. Verdura, birra, ma anche merci non deperibili provenienti dal comparto manifatturiero, e il prezzo è deciso dai clienti, in base a quanto stimano valgano i prodotti ( pay what you think).

“Nessuno vuole buttare via il cibo. Salviamo verdura, alimenti scaduti, e la cosa interessante è che i produttori sono contenti che le loro merci siano consumate. Questo sistema di cooperazione fa vincere tutti”. Così Nicole Klaski, proprietaria di The Good Food.

Come la mettiamo con la data di scadenza degli alimenti?

Nicole KlaskiLa questione non è certo irrilevante ma, come spiega, in generale il termine ultimo di consumo riportato ha valore meramente indicativo, e il prodotto può essere mangiato anche successivamente.

“Ovviamente, nel malaugurato caso che qualcuno si senta male, noi ci assumiamo le nostre responsabilità. Siamo lieti di farlo. È una sfida che vale la pena”.

Fare quadrato per combattere gli sprechi

Sensibilizzare i cittadini a superare le resistenze mentali verso prodotti scaduti o comunque non appetibili esteticamente è importante, ma è solo una faccia del problema. A sottolinearlo è Valentin Thurn, autore e regista del documentario Taste the waste. “Commercializzare le rimanenze non è abbastanza, per contrastare il fenomeno. Dobbiamo affrontare alla radice il problema della sovraproduzione, e per farlo bisogna introdurre una legislazione che condizioni l’economia e i modelli finanziari”. 

 

Francesca Garrisi     

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)

 

 

 

 

 

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