Francia: terremoto e tempesta sulla libertà di opinione

The Day after tomorrow, La tempesta perfetta, San Andreas. Cosa  hanno in comune questi titoli? Sono film americani sulle catastrofi naturali. «Gli statunitensi, i soliti fatalisti», direte voi. Eppure basta guardarsi intorno per capire che i “profeti dell’Apocalisse” sono molto più vicini di quanto crediamo. E, se nel caso dei cineasti d’oltreoceano è una dichiarata finzione,  per i complottisti europei potrebbe rappresentare una vera truffa.
 
Nella terre démocratique, Philippe Verdier, il più popolare anchorman di France 2 (canale paragonabile al nostro Rai 1) è stato licenziato per aver scritto un libro, Climate Investigation. Il saggio riduce a brandelli l’ideologia del global warming, le sue previsioni sballate e la fine imminente del nostro pianeta. Inutile dire che il caso sia passato praticamente inosservato sulle tv nazionali e internazionali.
 
Cause delle “ferie anticipate”? Il periodo di pubblicazione . A  dicembre si terrà infatti a Parigi la Conferenza sul clima, dove le potenze mondiali dovrebbero accordarsi sul riscaldamento globale. Secondo le stime ufficiali, il pianeta si può permettere l’emissione di “soli” altri 1200 miliardi di tonnellate di Co2 l’anno. Al ritmo attuale, ci metteremmo trent’anni a superare tale soglia e a tirare le somme … e le cuoia.
 
Verdier, “dal basso” di un master di secondo livello in Sviluppo sostenibile, ci informa sulla manomissione dei dati scientifici e sullo scandalo planetario riguardo al  perenne catastrofismo. L’incessante richiamo allo sfacelo non sarebbe altro che un conflitto di interessi in seno alle grandi organizzazioni internazionali. Alimentato dalla confusione sui fatti  e sulla presunta colpevolezza di tutti noi sui cambiamenti climatici. 
 
 Il cronista attacca le lobby, le ong  ambientaliste e i governi. Il libro contiene infatti una lettera aperta rivolta al presidente della Repubblica François Hollande. «Tra due mesi la Francia accoglierà la COP21, conferenza delle Nazioni Unite sul clima. I suoi uomini l’avranno sicuramente informata che non servirà a niente, esattamente come le venti precedenti. Allora perché continuare a far finta di salvare il pianeta?  Da più di un anno, un refrain “green” sull’avvenire del pianeta ritorna in ogni suo discorso. Lei esagera ogni volta per sottolineare la sua volontà di riunirsi con le altre potenze e sventare il cataclisma annunciato. Ma nelle sue parole ritrovo a stento la sincerità e l’intenzione di agire in modo posato e costruttivo. Nelle sue mani, il clima non è che una carta come tutte le altre».
 
Risultato? Verdier è  stato “misteriosamente” sostituito da Anaïs Baydemir e Tania Young per l’edizione del meteo pomeridiana. Secondo molti organi di informazione, il giornalista  sarebbe stato invitato a distaccarsi dal contenuto dell’opera da lui stesso scritta. Richiesta praticamente impossibile. 
 
Europe 1, emittente televisiva nazionale, ha cercato di far luce sulla vicenda  chiedendo spiegazioni alla casa editrice Ring. L’azienda ha risposto con un laconico no comment. I dubbi sono infine stati sciolti dal diretto interessato: «Sono scioccato. Mi è arrivata una lettera in cui mi si chiedeva di non tornare al lavoro e questo non ha niente a che fare con le mie prestazioni ma molto con il mio libro ».
 
«Il giornalismo  è libero perché serve soltanto una causa e un regime: è libero perché, nell'ambito delle leggi del regime, può esercitare funzioni di controllo, di critica, di propulsione». Questo il principale dogma della stampa fascista. Non so a voi,  ma a me ricorda qualcosa. Libertà di pensiero solo a parole. I fatti dimostrano però, ancora una volta, il contrario.
 
 
Il mitico Travaglio parla della libertà di informazione...Guarda il video:
 

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