Fiat Lux: l'arte orafa da Crotone agli Stati Uniti

Tradizione -innovazione è un binomio vincente.
Ma il vero salto in avanti sta nel riuscire ad avere il coraggio di oltrepassare le barriere del vecchio per approdare al nuovo. Giorgio Isabella, giovane calabrese, ha visto nella gioielleria di famiglia non una semplice eredità, ma un punto di partenza per qualcosa di più grande. L’arte orafa è una realtà ben radicata in Italia; le piccole botteghe sono numerose ma nell’era del digitale spesso non hanno la  visibilità che meritano. Isabella ha così creato Lux Made In, una piccola Amazon dedicata al settore dei gioielli, che consente agli artigiani di farsi strada sul web. 
 
Il successo dell'impresa di Giorgio non è stato immediato: «Ero già nel settore del marketing all’epoca, dal 2005 al 2009 ho lavorato per varie multinazionali che mi hanno fatto apprendere tanto, anzi tantissimo. Finito quel periodo sono poi tornato a Crotone, ma ben presto nel 2011 sono riapprodato a Roma per frequentare un master, e lì la mia vita è davvero cambiata». La svolta decisiva è avvenuta grazie all’incontro con Filippo Capitanio, col quale si è creato subito un certo feeling. Giorgio decide così di incentrare la propria tesi sullo sviluppo di una startup che sarà poi il trampolino di lancio per le loro carriere.
 
Quei gioielli social 
Facebook è stato fondamentale per creare una rete di artigiani e piccole realtà italiane. Il social gli ha infatti permesso di essere notati dalla nota marca Damiani, entrando così in una dimensione internazionale. Dalla costola di Lux Made In nasce poi Food Made In, start-up che ha avuto grande riscontro all’Expo. La piattaforma, che garantisce lo scambio di prodotti agroalimentari, ha aperto le porte  alla Ferrero, che ha reso Isabella e Capitanio il loro punto d riferimento digital. 
 
Non si sa quale piattaforma abbia ispirato l’altra, ma cibo e gioielli cominiciano ad andare di pari passo. Isabella  approda infatti al progetto Gioielli Dop, realizzazioni di arte orafa che richiamano il settore agroalimentare italiano.  « Ho partecipato al bando Distretti nel web e sono stato scelto fra 20 digitalizzatori, i quali dovevano sviluppare la presenza on-line delle imprese nei vari distretti. Ho vissuto sei mesi ad Arezzo, che costituisce il bacino italiano più numeroso per le imprese orafe, e lì ho iniziato a ragionare sui Gioielli Dop, cioè su delle manifatture che nascessero con quella stessa cura, e fossero sostenute da tutta la mia esperienza digitale».
 
Isabella dichiara di aver voluto puntare sull’effetto nostalgia delle generazioni emigrate dalla propria terra d’origine verso altre lande. Così, visto che ciò  che caratterizza  gli italiani è di frequente l’arte culinaria, sono stati creati gioielli ad hoc, da quelli a forma di peperoncino a quelli simili ai taralli pugliesi tutti fatti a mano. Una volta realizzati dalle mani di sapienti artigiani, diventano potenzialmente esportabili in tutto il mondo.
 
I Gioielli DOP hanno già conquistato Dallas, Houston, San Antonio.  Di generazione in generazione, l’artigianato continua a portare nel mondo l’eccellenza italiana. 
 
 
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