Come cercare lavoro senza fare un buco nell’acqua

Il “trucco” per chi trovare un’occupazione esiste, e si può riassumere così: non limitarti a inviare curriculum. Sii pronto ad accettare posizioni diverse da quella dei tuoi sogni. Questo è ciò che afferma  Giuliana Grimaldi del TgCom 24.
 
In poche parole, cercare lavoro è un lavoro a tutti gli effetti! Si diventa esperti solo dopo aver acquisito le giuste informazioni e aver finalmente capito come fare. Da considerare, inoltre, che poche sono le posizioni da ricoprire e troppe le richieste. Ecco alcuni esempi piuttosto esplicativi forniti da Giuliana Grimaldi.
La sig.ra Angela Adinolfi, titolare di un negozio di abbigliamento per bambini a Genova, aveva bisogno di assumere  tre commesse per un compenso di 1100/ 1300 euro mensili. Alle selezioni si sono presentate da lei più di 700 candidate il cui  sogno era di ottenere un contratto in piena regola. Le aspiranti commesse che avevano risposto all’annuncio erano persino plurilaureate  col massimo dei voti.
 
Quali sono, quindi, gli errori da non fare? La giornalista ha girato la domanda agli esperti di ManpowerGroup Italia e TXT e ai consulenti del Career Day dell’Università Cattolica di Milano.
Innanzitutto, è necessario monitorare costantemente i principali siti contenenti le offerte di lavoro, e portali come Careerjet e  Indeed , in modo da ricevere tutti i giorni  una mail con gli annunci corrispondenti alla propria richiesta, per esempio “commessa a Milano”.
Inoltre l’esperto consiglia di adattare il curriculum alla richiesta. «Se mandiamo un cv generico e non finalizzato alla posizione specifica, il rischio è di non essere presi in considerazione, perché i principali portali fanno una prima scrematura attraverso software che analizzano i profili secondo un sistema di parole chiave. Se non trovano i requisiti indicati dalle aziende, scartano il cv».
Inoltre l’esperto suggerisce di puntare sullo sviluppo di competenze che siano appetibili per le aziende. Di fatto e nella maggior parte dei casi non c’è  ancora corrispondenza tra «i saperi dei candidati e quello che i datori di lavoro chiedono».
Per tale motivo bisogna essere flessibili. Non nel senso di accettare contratti precari e senza tutele, ma dimostrandosi pronti a maturare nuove esperienze e mettersi in gioco, svolgendo «lavori che contribuiscano alla crescita professionale e allo sviluppo di nuove competenze tecniche e trasversali».  
 
In conclusione, il primo passo da fare è chiarirsi le idee, e «capire davvero cosa si vuole e cosa si sa fare, darsi degli obiettivi coerenti e sviluppare una vera strategia di ricerca del lavoro, che passi anche dalla rivisitazione degli strumenti più tradizionali in logica moderna (costruzione del personal branding e cv digitale prima di tutto)».
 

 

 

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