Alessandro Proto, il re delle fake news che ci ha fregati tutti

In questo periodo si fa un gran parlare di bufale.

 

Basti pensare che il dizionario Collins ha inserito fake news come parola dell'anno 2017. Nell'era in cui la notizia falsa è dietro l'angolo e gli organi di stampa sono troppo pigri per verificare anche solo una fonte, il nome di Alessandro Proto è l'emblema di come le falle del giornalismo e il potere della suggestione possano ancora essere sfruttate a proprio favore.

 

Proto-tipi

 

impostoreAvete presente il film di Steven Spielberg Prova a prendermi? Potremmo considerare questo personaggio come il Frank Abagnale italiano.

 

Solo che, nel suo caso, l'obiettivo non è solo diventare ricco, ma anche ricevere tutto ciò che questo status comporta. Accedere agli ambienti esclusivi e sentirsi parte di essi, avere una fama sociale inattacabile. Una storia che sembra già di per sé il soggetto di un film.

 

Difatti la vita di Alessandro Proto è diventata un libro edito da il Saggiatore intitolato “Io sono l'impostore. Storia dell'uomo che ci ha fregati tutti”, scritto a quattro mani dallo stesso protagonista e dal giornalista Andrea Sceresini.

 

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Lungi da me dall'osannarlo, Proto non manca certo di fantasia e dimostra che la forza di volontà, unita a una certa conoscenza dei meccanismi di stampa, consentono di costruire non uno, ma una consistente quantità di credibili alter ego.

 

Le sette vite di Proto

 

Cresciuto a Lambrate, nell'hinterland milanese, Proto non ha possibilità oggettive di risalire la scala sociale. Una mamma infermiera, un padre in carcere per piccole truffe e con solo il diploma di terza media, il suo nemico numero uno è sempre stato la povertà. Vuole distaccarsi a tutti i costi dalla sua condizione di disagio.

 

christian-greyProto, con l'aiuto inconsapevole della stampa, si è costruito una realtà parallela in cui di volta in volta è stato il boss di un'impresa immobiliare, pieno di contatti con l'elite della finanza mondiale, amico di Berlusconi e Donald Trump, membro della RSC, candidato alle elezioni del Pdl e in un impeto da latin lover, il vero Christian Grey a cui si sono ispirati per scrivere Cinquanta sfumature di grigio. Un intero universo di bugie costruito dalla piccola casa della nonna da cui mandava comunicati stampa.

 

Una notizia è tale...

 

...Finchè non viene smentita. Nel libro si racconta che la prima intuizione (sperando poi che sia la verità) avviene in un periodo in cui Proto abita a Lugano, dove possiede una piccola agenzia immobiliare ( prima era venditore di enciclopedie porta a porta).

 

Un giorno si presenta alla sua porta una coppia di avvocati incaricati da George Clooney di vendere la sua villa sul lago di Como. Era loro desiderio rivolgersi ad una società svizzera, dal momento che quelle italiane sono meno affidabili.

 

L'agente immobiliare sapeva di non avere possibilità oggettive di chiudere l'affare ma ha un'illuminazione: pubblicare la notizia sui giornali per far pubblicità. Non solo il comunciato è stato prontamente diffuso, ma insieme a quest'ultimo anche una chicca (naturalmente inventata da Proto) su un presunto interessamento di David Beckham all'appartamento. Il gioco è fatto: se i giornalisti abboccano, posso fare credere alla gente qualsiasi cosa.

 

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Prova a prenderlo

 

alessandro-proto-notizieCosì la sua fama cresce, a suon di bugie. La cosa più penalmente rilevante che ha fatto? I soprannominati "Proto-boys". Ragazzi ventenni, in molti pescati dalla strada, addestrati come venditori di accessi per entrare nel suo club esclusivo.

 

Ovvero un circolo da cui non si ottiene nulla se non una vaga possibilità di trarre vantaggio dai contatti che Proto millanta di avere con diverse personalità della politica e del mondo dello spettacolo. Circolo che, anche in questo caso, non esiste.

 

Ma una cosa è giocare all'estero, l'altra è giocare in casa. Quando Proto finge di candidarsi al Pdl, il momento di massima fama coincide con l'irrimediabile discesa. Si comincia ad indagare seriamente sulla sua società immobiliare, (da cui Zuckerberg avrebbe persino comprato un appartamento!) e crolla il suo castello di carte.


Ma niente ferma quest'uomo. Anche dopo il suo arresto per truffa, fonda un giornale online ( Il Contropunto, oggi chiuso) che usa per attaccare i giornalisti che svelano le panzane che racconta. Con questo trucchetto, riesce addirtittura a farsi mandare uno stagista dalla Scuola di giornalismo di Milano. Paradossale. Nel frattempo si aggira negli hotel bene del capoluogo lombardo per farsi additare come assiduo frequentatore.

 

Chi è il vero colpevole?

 

kevin-spaceyMi torna in mente il leit motive del film American beauty: "per avere successo bisogna proiettare costantemente un'immagine di successo". E se gli organi ufficiali ti aiutano ad alimentarla, hai fatto bingo.

 

Tuttavia, in tutta questa storia, la cosa più grave non sono le truffe di Proto ma il serio malessere che serpeggia nella stampa italiana. Se un giornalista non va a fondo su un argomento, il suo lavoro non ha più senso di esistere. Ma nell'era di Internet tutto è concesso.

 

E chissà quanti altri Alessandro Proto potrebbero esistere senza che nessuno ne sappia nulla.

 

irene-caltabiano

 

 

di Irene Caltabiano

 

 

 


 

 

 

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