A qualcuno piace assurdo: perchè Internet fa rima con nonsense

Benvenuto kitsch, addio buon gusto.
Viviamo un Rinascimento al contrario, in cui a farla da padrone è il demenziale, l’assurdo, il freak. A giudicare dalla classifica dei video più visti su YouTube, accanto all’ironico stile dei The Jackal con Gli effetti di Gomorra la serie sulla gente, il vincitore dopo ben due anni, è ancora Psy con il suo tormentone Gangam style . A seguire la petulanza di Favij  e le caricature degli iPantellas, la cui ironia è molto lontana dall'essere umorismo intelligente.  
 
E su Facebook? La pagina La stessa foto di Toto Cutugno postata ogni giorno ha 80.000 followers. Come fa una tale esempio di nonsense ad avere così tanti seguaci?. Eppure quotidianamente sforna nuovi fotomontaggi realizzati dall'utente e miliardi di commenti e condivisioni. Che sia il demenziale la nuova forma di creatività? Perché le masse sono attratte dal cattivo gusto? C ’era già chi  questa domanda se l’era fatta mezzo secolo fa. 
 
Gill Dorfles, intellettuale degli anni ’50, aveva definito il kitsch "pasto estetico di una grande maggioranza", ignorato dalle grandi menti che si rinchiudono nelle loro convinzioni elitarie . Niente romanzo da quattro soldi , né canzonette pop, né libro del personaggio televisivo del momento per gli intellettuali che rimangono chiusi a compiacersi della loro intelligenza superiore. La chiave del fenomeno per Dorfles è interessante.  Una nemesi defintiva tra il gusto dell’artista e quello del pubblico, che, per contrapposizione tende a rifiutare tutto ciò che non è elitario in difesa del proprio status. La complessità della società diventa così direttamente proporzionale alla stupidità delle masse.
 
Se Internet è il regno della democrazia assoluta, in cui ciascuno ha la libertà di creare una pagina che parli dei massimi sistemi come una che si chiama Cazzate fatte da ubriaco, è lecito chiedersi il perché. Probabilmente è proprio la mancanza di limiti, l'assenza di “canoni del brutto” che mettano paletti al peggio a generare mostri.
 
 YouTube e Facebook sono ormai diventati i contenitori per eccellenza di qualsiasi fonte di informazione e non, dalla più becera alla più alta. Né c’è più un supporto fisico che distingua uno scritto di qualità dal tabloid, il filosofo dallo scemo del villaggio.
 
Che fare? Sperimentare il cattivo gusto e anche parteciparvi. Ma capire quando è il caso di distaccarsene. 
 
 
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