La Start Up

Lo sapevate che il latte si può indossare?

DueDilatte, la startup che crea abiti ottenuti con la fibra di latte

due di latteE…se dal latte scaduto ricavassi una fibra per poter creare abiti da indossare? E’ quello che si è chiesto Antonella Bellina, ideatrice di DueDilatte,un giorno a colazione. Uscendo fuori dagli schemi ha creato una linea di magliette ed abbigliamento per bambini realizzati con tessuti ricavati dagli scarti del latte, nello specifico dalla caseina.

Questi tessuti sono naturali e morbidissimi ed hanno un potere idratante dovuto ad amminoacidi presenti nella struttura del filato. 

Si può addirittura scegliere se indossare Latte intero, fibra di latte 100%, Latte parzialmente sceremato, 50% latte – 50% cotone biologico e latte di riso, 100% riso.

 

L’invenzione

L’idea di Antonella Bellina, originaria di Pisa,è decisamente originale ed innovativa ma l’invenzione di questa fibra risale agli anni ’30 ad opera dell’ingegner Ferretti che la ottenne dalla caseina, una proteina del latte.

Nel 2013 la startup DueDilatte ha ripreso l’idea e attraverso tecniche di bio-ingegneria ha creato questa fibra naturale ed ecologica ma anche ipoallergenica,antibatterica ed idratante.

Come si realizzano le magliette

Antonella Bellina

Tanto per cominciare la caseina utilizzata per realizzare la fibra non è estratta dal latte di uso comune, ma viene recuperata dagli scarti della lavorazione alimentare. Il processo produttivo è naturale e mirato a mantenere intatte le proprietà del tessuto, dalla lavorazione della fibra fino al prodotto finito.

Vengono rispettate le caratteristiche del filato utilizzando coloranti non aggressivi e realizzando stampe ad acqua. Il risultato è un capo unico la cui fibra è viva e quindi mai uguale a se stessa e inoltre,come dichiara Antonella ”La visione, e la seguente creazione della collezione, viene fatta in modo mirato, nel senso che come stilista decido cosa fare in base a quello che ho e a quello che il tessuto mi consente. Tutto ciò stimola la mia creatività”.

Dove si acquisteranno i capi di  DueDilatte?

Ad oggi l’attenzione della startup si è focalizzata sul processo produttivo il che ha garantito la realizzazione di capi la cui qualità viene riconosciuta subito da tutti nel momento stesso in cui vengono toccati.

 Trattandosi di un prodotto di nicchia dall’alto costo di produzione sarà rivolto principalmente a coloro che amano l’artigianato e sono disposti a spendere per ottenere la qualità. Per questo motivo si stanno valutando i migliori canali per portare sul mercato la collezione del prossimo anno. 

Verrà strutturata,poi,una rete di vendita e successivamente i capi potranno essere venduti anche su un portale di e-commerce.

Simona
Blogger stanca

 

 

 
 

 

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Dress you can, la startup del noleggio di alta moda

Noleggiare abiti di lusso?

dress_you_canIndossare abiti inaccessibili e relativi accessori è possibile! basta noleggiarli per l’occasione

Nell’armadio di ogni donna ci sono più capi di quelli che indossa ma molti meno di quelli che sognerebbe di indossare”.

E’da questa considerazione che nasce l’idea di creare una startup per il noleggio di abiti ed accessori di alta moda femminili. 

La startup si chiama Dress You Can 

Applica al mercato il concetto di sharing economy, offrendo ad ogni donna la possibilità di accedere ogni giorno a un armadio infinito senza preoccuparsi del prezzo (assolutamente accessibile) delle spese per il lavaggio o per le piccole riparazioni. Ma Dress you can è anche di più perché non vuole solo proporre le griffe ma vuole raggiungere lo scopo di valorizzare la donna attraverso un servizio di consulenza.

 

Come nasce l’idea di Dress You Can?

L’idea nasce da Caterina Maestro, 35 anni, di Milano che durante un viaggio a Marrakech ha visto ed acquistato un abito molto caro decidendo poi di condividerlo con le amiche. 

Questo episodio ha fatto riflettere Caterina sul quanto la sharing economy fosse poco diffusa in Italia nel settore dell’abbigliamento. 

Così, dopo aver studiato mercato e strategie,nel 2015 ha deciso di creare la startup. Caterina aveva lavorato come blogger e nel settore dell’e-commerce.

Come funziona Dress You Can

dress_you_can_homepageLa startup è organizzata in modalità online ed offline, offrendo alla clientela la possibilità di contatto attraverso il sito internet oppure presso lo show room situato in centro a Milano. 

Attraverso il sito è possibile vedere i capi, selezionarli e affittarli

Ci sono abiti per cerimonie ma anche da indossare tutti i giorni e vengono acquistati nuovi presso le griffe e presso brand ancora sconosciuti ma molto interessanti.

I capi vengono riutilizzati per un massimo di 6 volte e modellati attraverso apposito servizio di sartoria. Vengono,inoltre, portati in lavanderia appena riconsegnati.

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Quanto fattura DYC?

La startup sta facendo un buon fatturato ed entro il 2018 verrà aperto un altro show room a Roma.

Ci saranno novità in merito alle taglie e verrà data l’opportunità a tutti di aprire un blog sul sito.

Simona
Blogger a noleggio

 

 

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Lanieri, la startup degli abiti made in Italy su misura

La prima startup che propone abiti su misura utilizzando sia il canale online che quello offline

Simone Maggi LanieriLa sartoria made in Italy è conosciuta in tutto il mondo, ed in molti vogliono possedere un capo fatto a mano, personalizzato e curato nei minimi particolari proveniente dall’Italia.

Da qui nasce l’idea di Lanieri 

Di creare una piattaforma attraverso la quale è possibile acquistare questi abiti e nel contempo di offrire  ai clienti la  possibilità di toccare e provare i capi. In buona sostanza si tratta di un sito che permette di comporre e acquistare vestiti su misura online, scegliendo stoffa, taglio e finiture all’interno di veri e propri atelier situati in Italia ed all’estero.

E-Commerce online ed offline

abitoPerché, come spiega Simone Maggi cofondatore e CEO della startup, “ tutto online, solo online il commercio non funziona”.

Individuando così il vero problema dell’e-commerce nel settore dell’abbigliamento, almeno per quello che concerne i prodotti che provengono dalla sartoria su misura made in Italy. 

Gli acquirenti devono avere la possibilità di toccare e provare, e tutto questo fa si che debba esistere un atelier in cui poterlo fare: “Spingiamo affinchè il primo approccio con il cliente, il più difficile, sia offline, con l’assistenza dei nostri consulenti di stile, per poi proseguire online. Una volta prese le misure e commissionato il capo, è più comodo ordinare i successivi in Rete, scegliendo tra consegna in negozio o a domicilio”.

Questo modello, che Maggi definisce ibrido, funziona soprattutto all’estero  da dove provengono la maggior parte delle commesse, prima di tutte dagli Stati Uniti.

Lanieri ad oggi

La startup piace, tanto che ha incassato un finanziamento di 3 milioni da una serie di aziende tessili biellesi e sta esportando in tutta Europa il suo modello ibrido che combina e-commerce e atelier fisici. 

Nel corso di quest’anno vuole consolidarsi in paesi come Francia, Germania e Belgio ed espandersi nel nord Europa arrivando nel Regno Unito e successivamente negli Stati Uniti.

Simona
Blogger ecommerce

 

 
 

 

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