Lavorare 2.0

Voglio diventare un Tatuatore! Come?

Talento artistico, dedizione ed impegno sono gli ingredienti per diventare un buon tatuatore

Cambia il mondo e con esso cambiano anche le professioni, e quella del Tatuatore che fino a qualche decennio fa era associata a persone di dubbia morale e serietà, oggi è considerata un’arte  e nulla a più a che vedere con pregiudizi discriminanti ad essa attribuiti.

Ma come si diventa tatuatori? Cominciamo col dire che, come tutti i mestieri,anche quella del Tatuatore prevede una gavetta e un’idonea e completa formazione tecnica, sommate a doti artistiche e alla passione per il mondo del tatoo che sono alla base di questo lavoro. Questi sono i presupposti per chi vuole addentrarsi con successo in questo mercato.

Ma il talento e l’impegno non sono sufficienti per intraprendere questa professione. Ci sono,infatti,degli step da superare

 

Vediamo quali sono:

  1. Obblighi di legge per diventare Tatuatore

Innanzitutto esiste un’Associazione Tatuatori Italiani Riuniti (Atir) che ha ottenuto dal Ministero della Sanità una circolare contenente le linee guida da seguire per intraprendere questa attività.

Esse stabiliscono che per diventare tatuatore è obbligatorio frequentare un corso formativo (gestito dalle regioni), del costo di circa 1.800 Euro e della durata di 90 ore, il quale prevede gli insegnamenti base per ciò che concerne: igiene, dermatologia e tecnica professionale.

  1. La Pratica

Il passaggio successivo è rappresentato dalla pratica sul campo, che è anche lo step più duro da superare se consideriamo che non si può in poco tempo acquisire quella preparazione tecnica che è propria dei veri professionisti. D’altronde dipingere sulla pelle di qualcuno non è nemmeno paragonabile a disegnare su una tela inanimata, e le conseguenze di un lavoro approssimativo possono essere davvero devastanti.

Ecco perché questa pratica prevede lunghi periodi di prove su carta la realizzazione di un book fotografico con i propri lavori e, cosa più importante, la supervisione di un maestro tatuatore che sarà in grado di decidere quando si sarà pronti per lavorare sulla pelle.

  1. Aprire l’attività

Per aprire un’attività di tatuatore è necessario trovare un locale idoneo, ottenere le varie autorizzazioni sanitarie (Asl), contattare fornitori di materia prima (aghi, strumenti...), aprire una Partita Iva, iscriversi al registro delle imprese (C.C.I.A.A.), denunciare la propria attività, aprire una posizione Inail e iscriversi all’Inps.

Consigli

E’ consigliabile aprire un blog o un sito dove mostrarsi al pubblico attraverso i lavori eseguiti; sarà poi la bravura dell’artista tatuatore e la sua capacità di entrare nel mondo dei tatoo la vera chiave del suo successo.

Simona
Brand story agitator non tatuata (ancora)

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L’ex dipendente ipoteca la casa e rileva l’azienda. Oggi vale due milioni di euro

Possibile che un’attività sana e che produce utili venga chiusa? 

Purtroppo sì, in un’economia come quella odierna troppo spesso “drogata” dalla finanza. È successo a Saronno alla Anovo, specializzata nell’assistenza tecnica post vendita di apparecchiature in garanzia (telefoni, pc, ecc ecc)  che però si è salvata, ed è rinata sotto il nome di A-Novo. L’artefice di tutto è stato Enzo Muscia, che nel 2011 ci lavorava come direttore commerciale, e che ha poi deciso di ipotecare la casa e utilizzare la sua liquidazione per rilevarla. Correva l’anno 2013. A oggi l’impresa dà lavoro a 38 persone, tutti ex dipendenti, e ha un fatturato di due milioni di euro.

Il percorso di Enzo Muscia all’interno della sede lombarda della multinazionale francese comincia nel 1990, in veste di tecnico riparatore specializzato. Nel corso degli anni dimostra le sue abilità e fa carriera, fino a diventare direttore commerciale. Il 2011 rappresenta una sorta di apice: circa 300 dipendenti, un portfolio di clienti ricco e prestigioso, il bilancio in attivo. All’improvviso, la funesta notizia: la casa madre, quotata in Borsa, decide di chiudere la filiale per ripianare i conti. A quel punto inizia il nero tunnel della cassa integrazione, e arriva un curatore fallimentare, incredulo davanti alla piega che stanno prendendo gli eventi.

Così, insieme a 20 altre persone Enzo Muscia crea un ramo d’azienda sotto curatela fallimentare e comincia a cercare qualcuno che voglia ricapitalizzare. Nessuno però si fa avanti. E nel novembre 2012 ricomincia la cassa integrazione.

«Non si poteva buttare via tutto, le conoscenze, le esperienze di più di 20 anni di lavoro. Non ho avuto un attimo di esitazione. In una settimana ho deciso che avrei acquisito io l’azienda. Il primo problema da affrontare era trovare le risorse finanziarie. Ho chiesto agli istituti bancari, ma volevano che garantissi con le mie risorse personali, che fossi io il primo a credere nel progetto». Così Enzo Muscia investe tutto ciò che ha. «Chiamo 8 colleghi e inizio a bussare alla porta di ogni cliente. Alcuni mi danno fiducia».

L’azienda rinasce sotto il nome di A-Novo. Un trattino che dice molto. Evoca il profondo cambio di prospettiva che si è prodotto, nel frattempo. «Era una scommessa. Non avevamo risorse. Ci siamo dovuti occupare personalmente di tutto, anche della ristrutturazione dei locali. Ci siamo rimboccati le maniche. Avevo poco, ma ci credevo tanto».

Passa il tempo e la A-Novo, costantemente e gradualmente, accumula sempre nuovi traguardi, fino a giungere alla posizione consolidata di oggi. «Sono ripartito con la valigetta in mano e un pensiero fisso: se in tre mesi non si vede nessun risultato, lascio. Per fortuna è andata». Ed Enzo Muscia attribuisce il merito della “impresa” a tutti quelli che, insieme a lui, ci hanno creduto, investendo tempo, energie e denaro. La marcia in più, spiega, è nella squadra più che nel singolo. « Ci sono state tantissime difficoltà. E ancora oggi dormo sempre con un occhio aperto. Ma sono soddisfatto del coraggio che ho avuto».

In un contesto come quello odierno, in cui la finanza incide sempre più pesantemente sull’economia reale, figure come quella di Enzo Muscia sono estremamente preziose. Coraggio, competenza e lungimiranza gli hanno consentito di ribaltare una storia che sembrava già scritta. La vicenda dimostra inoltre che, l’impegno congiunto dei lavoratori è capace di incidere sensibilmente sulle sorti di un’impresa. Purtroppo, le proporzioni elefantiache della macchina burocratica sono il peggiore inibitore del coraggio e della capacità delle persone di diventare formiche argentine, esprimendo la loro capacità di essere massa critica. 

 
 

Come può un’azienda sopravvivere alle bufere economiche? Una storia italiana

Guida per cambiare vita senza doversi trasferire alle Bahamas

 
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Sotto il sole di Miami

“Vendiamo viaggi online con Evolution Travel”

evolution-travelHanno deciso di vivere la loro vita sotto il caldo sole della Florida ed è li che hanno fondato Evolution Travel un’agenzia di viaggi online.

Sono Luca Baldisserotto e sua moglie che sentendosi “cittadini del mondo” si sono stabiliti a Miami allargando così il loro business, già avviato 12 anni fa, e introducendosi nel mercato americano.

Ad oggi l’agenzia vanta più di 300 addetti che si occupano di organizzare e vendere viaggi online. Essa da la possibilità di lavorare ovunque ma la coppia ha scelto Miami per una serie di vantaggi che la vita lì offre.

 

Perché Miami?

Mami_FloridaPerchè, secondo Luca, questa città ha uno stile di vita occidentale, un clima caldo e un ambiente caldo, colorato e cosmopolita. Lavorare con un clima del genere è più piacevole. 

La vita a Miami, è anche più “economica” per effetto del cambio e si può mangiare con pochi dollari. 

Miami,inoltre è ricca di possibilità e di sbocchi professionali. E’ facile intraprendere rapporti lavorativi o sviluppare iniziative imprenditoriali perché esiste una burocrazia molto snella che consente di fare le cose con semplicità e velocità.

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Alcuni svantaggi

Gli ostacoli che ha incontrato Luca e che tutti coloro che intendono trasferirsi incontreranno, sono relativi al rapporto con le banche che «è più costoso: basti pensare che fare un bonifico può costare circa 30 euro. Inoltre alcune spese sono più salate: un avvocato fiscalista può fatturare 60 euro solo per aver inviato una email che ha comportato pochi minuti di lavoro. È difficile capire quali sono i professionisti che propongono tariffe convenienti».

L’atro ostacolo è rappresentato dal permesso di soggiorno che è difficile ottenere. Passati 6 mesi, si deve andare via se non sposi un’americano/a.

Per ottenere la Green card bisogna essere in possesso di particolari attitudini come professionisti e specialisti. Per  ottenere un Visto di soggiorno in qualità di imprenditore si devono rispettare determinati requisiti, tra cui la presentazione di un business plan e l’avvio di un’attività in loco già in essere. I visti riservati agli investitori sono solo 10mila ogni anno e il numero si raggiunge subito.

Unico consiglio di Luca prima di andare a vivere a Miami è quello di fare una prova di tre mesi prima di trasferirsi definitivamente perché è l’unico modo per rendersi conto di come si vive e delle difficoltà che si potrebbero incontrare.

Simona
Blogger impegnata

 

 
 
 

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