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Per una scatoletta di tonno in più

La pesca del tonno  è ormai fuori controllo, calpestando norme di sicurezza ambientale e diritti dei lavoratori. 
Aziende di distribuzione mondiale come Mareblu  avevano promesso di fermare questo massacro e diventare  al 100% eco-sostenibili entro il 2016. Promesse da marinaio: a un anno dalla scadenza dell’accordo solo lo 0,2% del tonno viene prodotto in maniera ecosostenibile. Peraltro la casa madre, la Thai union, è stata recentemente  indagata per gravi violazioni dei diritti umani nelle sue filiere. Ecco come Greenpeace ha denunciato l'accaduto.
 
 
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4 pour 1000: biogas e buona agricoltura ci salveranno

Ormai sono un paio di mesi che si è conclusa la COP21, conferenza parigina che ha portato al raggiungimento di un accordo sottoscritto da circa 195 Paesi. Obiettivo? Ridurre le emissioni di CO2, mantenendo la temperatura al di sotto dei due gradi. I diversi partecipanti, durante il summit,  hanno infatti riconosciuto che se si continuerà a produrre gli attuali cinquanta miliardi di anidride carbonica a breve arriveremo ad un riscaldamento della terra  di cinque gradi. Temperatura che porterà a cambiare il clima del nostro pianeta in maniera irreversibile. 
 
Come agire dunque, oltre ai metodi tradizionali ?Immagazzinare la CO2 atmosferica nel serbatoio più naturale che esiste in natura: il  suolo. L’agricoltura e i vegetali sono il sistema più efficace per interagire  con l’atmosfera. Tramite la naturale fotosintesi e l’uso di biofertilizzanti, si può ridurre la CO2 e nel contempo aumentare la sostanza organica dei terreni, rendendoli sempre più fertili e capaci di produrre prodotti sani.
 
Circa 92 paesi dei partecipanti alla COP21 hanno sposato l’ iniziativa del governo francese “4 pour 1000”: un semplice aumento del “4‰” (0,4%) della sostanza organica (biogas) dei suoli agricoli sarebbe in grado di neutralizzare l’attuale aumento annuale della CO2 atmosferica. Il progetto si concentra anche sul sequestro di carbonio nei terreni attraverso  l’applicazione di pratiche come l’agroecologia, l’ agroforestale, l’ agricoltura di conservazione e la gestione del paesaggio. 
 
Per raggiungere l’obiettivo il progetto è creare  un gruppo di ricerca internazionale che definisca un piano di azione. I quattro punti fondamentali sono:
 
1) Conoscere lo stock carbonio del suolo nel mondo
 
2) Costruire con gli agricoltori la pratica del learning doing
 
3) Sensibilizzare la politica
 
4) Misurare l’efficacia di ciò che andiamo a fare 
 
Fare bene agricoltura significa anche produrre biogas, che consentono di inquinare meno ed avere energia rinnovabile per sostenere in primis i produttori agricoli e poi immettere energia nel circuito, per esempio nel mercato dei Trasporti pesanti.  Già alcune aziende come FCA (Fiat Chrysler Automobiles) ed Iveco si sono impegnate nell’utilizzo dei gas naturali. 
 
Senza vegetali non c’è nulla sulla terra.  Caerchiamo di rendere lo sviluppo sostenibile anche durevole. 
 
 
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LIFE, lottare in nome del mare

«L’azzurra distesa del Mediterraneo, incantatore e ingannatore di uomini audaci, manteneva il segreto del suo fascino… sotto la meravigliosa purezza del cielo al tramonto».
Così Joseph Conrad descriveva il mare che divide e nello stesso tempo unisce Italia e Spagna, Grecia e Asia. E chi meglio dei marinai conosce gioie e asprezze della vita in mezzo alle onde? LIFE è la piattaforma che riunisce  i pescatori artigianali dell’UE, che lavorano  in modo sostenibile e con basso impatto sull’ambiente. 
 
I membri di LIFE sono purtroppo un branco di pesciolini contro i grandi squali, i Monster boat, mega pescherecci che negli ultimi anni hanno svuotato il mare con metodi selvaggi e intensivi.  Il mercato dei piccoli proprietari è molto più grande di quanto si pensi ( l’80% del settore) ma viene schiacciato dalle lobby che, anche se in minoranza, influenzano economia e politiche gestionali. 
 
Cosa significa questo per i difensori del Mar Mediterraneo? «Se non ci attiviamo subito, potremmo essere la prima generazione di pescatori che non sarà in grado di passare il testimone ai nostri figli», ha dichiarato Michalis Krossmann, pescatore dell’isola di Armorgos (Grecia).  I coraggiosi marinai però non si arrendono; sono tante infatti le iniziative di questo gruppo autodefinitosi le sentinelle del mare, dalla collaborazione con scienziati e ricercatori per il ripopolamento delle aragoste, all’ auto-imposizione di ridurre i giorni di pesca, fino all’uso di attrezzi selettivi. 
 
Il sito di Greenpeace sostiene LIFE con la petizione InNomedelmare, chiedendo di eliminare pesca eccessiva, agire nel rispetto di biodiversità e tradizione e soprattutto linea con le direttive UE di sostenibilità ambientale, economica e sociale. 
 
Il buon marinaio si riconosce durante la tempesta. 
 
 
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