Aggiungi valore alla natura ☢

GeoOrbital, pedalare a 80 km/h in 60 secondi

Siete amanti della bicicletta? Vi piacerebbe che il vostro mezzo a due ruote raggiungesse la velocità di una piccola auto?
 GeoOrbital è una ruota elettrica che può essere montata facilmente sulla parte anteriore della bici. Progetto di una start-up americana composta da un team di  scienziati, inventori e ingegneri, è ispirata alla “moto di luce” del film Tron
 
Un blocco  unico per 10 kg, niente raggi né camera ad aria, solo tre braccia collegate ad un motore da 500 watt. GeoOrbital  è composta da una mini batteria al litio da 36 volt e una porta estraibile per ricaricare smartphone o piccoli dispositivi elettrici.  È inoltre  integrato un sistema di frenata rigenerativa che permette di ricaricare la batteria durante le discese. 
 
Siete imbranati persino nel montaggio di un mobile Ikea? Installare GeoOrbital non necessita di particolari capacità manuali. Basta agganciare la ruota alla forcella con due fascette, in appena 60 secondi
 
Prezzo? Competitivo. Circa settecento dollari partecipando alla campagna crowdfunding su Kickstarter, novecento  se si vuole aspettare che il prototipo entri in commercio e che inizino le consegne ai diversi sostenitori. Un prodotto conveniente se si pensa ai costi attuali di una bici di buona qualità.
 
GeoOrbital renderà a passeggiata in bici…una vera e propria corsa!
 
 Irene Caltabiano 
 
 
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Inci, la bellezza sta nell'app giusta

Comprate una crema per il viso e il giorno dopo sembrate la Pimpa?
 Lo scrub  vi stimola il brufolo? La lozione per le mani vi fa soffrire di elefantite? Non siete dei mutanti. State semplicemente usando il prodotto sbagliato.  
 
Leggere l’etichetta dei cosmetici e decifrare sigle come propilene o ciclometicone non è un’operazione semplice. Di questi tempi però la tecnologia ci viene in aiuto con numerose applicazioni che ci consentono di calcolare rapidamente l’Inci ( International Nomenclature Cosmetic Ingredients), così da fare acquisti più consapevoli e rispettosi dell’ambiente. In pochi click si può riconoscere cosa acquistare e cosa è meglio lasciare sugli scaffali. Ecco a voi la lista delle app che vi libereranno una volta per tutte dalle preoccupazioni!
 
1) BIOTIFUL
 
Un database di più di 10mila prodotti e altrettanti ingredienti. Grazie a uno scanner che legge il codice a barre, l’app riconosce il prodotto e mostra automaticamente la lista di elementi presenti in creme, shampoo e simili. Biotiful dà inoltre una valutazione finale da una a cinque foglioline verdi che indicano quanto il prodotto è naturale e quindi adatto  alla nostra pelle. Si può scaricare dall’ App store e da Google playstore.  
 
2) COSMETICI
 
Quest’app serve un po’ meno “la pappa pronta”. Contiene infatti un pratico glossario degli ingredienti suddiviso in paragrafi, invitandoci a capire meglio perché quel determinato ingrediente risulta dannoso per l’epidermide, quando scade e quali sistemi di sicurezza vengono adottati. Offre inoltre risposte alle domande più frequenti e dispensa video-consigli degli esperti (disponibile per Appstore e Playstore). 
 
3) E' VERDE?
 
E’ verde  associa ad ogni prodotto un simbolo che rappresenta il grado di eco-compatibilità con l'ambiente e la nostra pelle. All'interno della app si trovano informazioni di approfondimento sull'Inci e sugli ingredienti e migliaia di prodotti cosmetici di numerose marche. Vantaggi? La ricerca funziona anche offline e c’è possibilità di recensire i prodotti utilizzati personalmente creando così una sorta di gestione condivisa tra creatori e utenti.
 
4) INCI OK
Struttura simile a è verde anche per Inci Ok , tramite la quale si può inserire la lista dei cosmetici preferiti e testati personalmente e condividerli sul mondo social. Un lettore automatico permette di cercare il prodotto prescelto grazie al codice a barre. Se quest’ultimo risulta già inserito, ne leggerete direttamente gli ingredienti e le relative valutazioni. Potete scaricare Inci Ok da Play Store.
 
5) ICEA CHECK
 
Icea Check è forse la più completa delle app, perché analizza il mondo bio sin campo alimentare  e cosmetico. Icea certifica un cosmetico come eco-biologico se: non utilizza le sostanze vietate da una lista specifica, non contiene Ogm, non è testato su animali, non prevede l'uso di radiazioni ionizzanti e impiega materie prima di origine biologica. L’app funziona in maniera inversa rispetto alle altre. Si inserisce infatti l’ingrediente in questione e  l'app ci dirà se è "buono o cattivo" in base agli standard del biologico. Momentaneamente è solo disponibile per i prodotti Apple. 
 
Niente più trucchi. O almeno, solo quelli bio!
 
 
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Eco-villaggi, il co-housing a tutto green

Villaggi a misura d’uomo e di ambiente, alimentati da risorse completamente eco-sostenibili.
Gli eco-villaggi sono piccoli paradisi green, che seguono uno stile di vita a impatto zero, tangibile in scelte abitative, di consumo e alimentazione. Il denaro viene attinto da una cassa comune e la struttura è costruita nel pieno rispetto dell’ambiente circostante. Si prediligono materiali locali, come legno o pietra, e il  sostentamento si ricava anche dalla produzione interna di cibo, tramite la messa a coltura dei terreni circostanti. La creazione di spazi di co-housing in mezzo alla natura non solo promuove nuovi stili di vita all’insegna di socialità  e cooperazione, ma alimenta comportanti solidali nel rispetto di umanità e ambiente.
 
La prima esperienza di eco-villaggio, anche se ancora non ufficialmente attestata, è registrata nel 1962 a Findhorn, Scozia. La diffusione delle comunità è stata però incrementata nel 1995, con la fondazione della GEN, Global Eco-village network, che ha permesso confronto e scambio di idee tra le diverse strutture presenti nel mondo.  
 
Il primato per densità di ecovillaggi spetta all' America, con circa 2000  insediamenti e  comunità di circa 100.000 membri. Gran Bretagna e Irlanda  detengono invece il primato in Europa, con ben 250 comunità da 5000 componenti. A seguire Germania, Francia, Paesi Bassi, Spagna e Portogallo.
 
GLI ECO-VILLAGGI IN ITALIA
La rete nostrana di villaggi ecologici (RIVE) si distende soprattutto nelle zone centrali della penisola, nella maggioranza aree rurali che si spopolarono durante gli anni ‘70. Generalmente si tratta di realtà di piccole dimensioni, con una popolazione massima di 20 abitanti. Qui forniamo un elenco delle comunità più nutrite, ma ce ne sono molte altre sparse per l’Italia.
 
Damanhur (Piemonte): in una lingua molto antica, non meglio identificata, significa "città della luce".  Situata tra la Valchiusella e l’Alto canavese (Torino), fu fondata nel 1975 da Oberto Airaudi . La struttura è stata premiata dall’Onu in quanto  luogo di straordinaria bellezza e precoce esempio di bioedilizia. Il Tempio dell’Umanità sotterraneo, articolato su cinque piani, è collegato da corridoi scavati nella roccia tra il '77 e il '92. 
 
Nomadelfia (Toscana): Don Zeno, sacerdote  antifascista e protagonista della Resistenza, nel 1948 progetta una micro-società dove “ la fraternità è legge”( questo  il significato del nome di origine greca). Il prete  crea gruppi da quattro-cinque famiglie, che vivono insieme in undici centri abitativi sparsi per la tenuta. In comune sala da pranzo, cucina, laboratori, mentre ciascuna famiglia ha camere da letto in casette separate. I Nomadelfi lavorano in aziende, laboratori, uffici, scuole della comunità. Il problema dei lavori stagionali , pesanti e ripetitivi, viene risolto organizzando “lavori di massa” ai quali partecipa tutta la popolazione. Si trova a 8km da Grosseto. 
 
Il Forteto (Toscana): circa quaranta  giovani,  nell’area di Prato, durante gli anni ’70 scelgono di vivere secondo principi di solidarietà e condivisione.  Guidati dai valori cattolici di Don Milani, a favore dell’ascolto  e del sostegno dei più deboli, danno vita a un progetto laico di inserimento e accoglienza dei  bisognosi, con grandi risultati di recupero.  Il Forteto possiede anche una fattoria didattica e produce alimenti a km 0, fra cui formaggi, pane e olio. 
 
Eco- villaggio solare (Umbria): iniziativa della Jacopo Fo srl e Banca etica, fondato nel 2011, è forse quello più curato a livello tecnologico. Nasce infatti grazie all’esperienza di studiosi e tecnici del settore green, come i bioarchitetti Sergio Los e Natasha Pulitzer. Tra i progettisti anche un italiano, l’architetto-urbanista Pietro Laureano, attualmente consulente all’Unesco per la progettazione del sistema idrico. Si trova all'interno del parco della Libera Università di Alcatraz (sede dell’omonimo ristorante bio), poco distante dai servizi principali e vicino alla superstrada Orte-Ravenna, a 40 km da Perugia. Il villaggio è costruito con diversi materiali, dalle case di pietra al legno coibentato. La costante? Minimo impatto ambientale e alta efficienza energetica. 
 
Vivere in un eco-villaggio è  una scelta di vita, che, anche se bella e significativa, ha bisogno di preparazione. Gli ecovillaggi possono essere visitati ed esistono corsi appositi che preparano alla vita in comunità. Tutte le informazioni sul sito di RIVE
 
 
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